FESTIVAL DELLE PROVINCE 2011
Festival Itinerante di Cultura Popolare
CAMPUS SCUOLA
Il Festival delle Province è una vera e propria Università viaggiante, un luogo di incontro tra saperi e persone impossibili da trovare per caso. Ritroveremo i suoni o la teatralità che i territori esprimono, ma anche “valori” e capacità di ri-mettere in gioco modi di “saper fare”.
Campus Scuola Estivo nel Fortore
L'idea del Campus Scuola per la Cultura Popolare rappresenta una esperienza pilota, unica in Italia. Nasce dalla necessità di creare nuove esigenze di approfondimento interdisciplinare rispetto ai temi del patrimonio demo-etnoantropologico immateriale (come specificato dalla Convenzione Unesco del 2003) per offrire la possibilità ai volontari della Rete ed agli studenti italiani e stranieri di seguire nei mesi estivi specifici corsi di aggiornamento e/o di perfezionamento. La sua frequentazione può prevedere, per gli studenti universitari regolarmente iscritti e nel caso in cui sia attiva una convenzione con la struttura accademica di afferenza o tramite accordi diretti con i docenti, l’attribuzione di crediti formativi che potranno essere riconosciuti dalla propria Facoltà. Tale esperienza peraltro realizza, in maniera istituzionale, le azioni che le “Cattedre Ambulanti di Cultura Popolare” conducono tutto l’anno durante le attività del Festival delle Province.
I partecipanti di questo percorso formativo non saranno comunque solo studenti. Il “Campus Scuola” è infatti aperto a tutti coloro che vorranno entrare in contatto con le realtà culturali delle province che aderiranno e approfondire la conoscenza delle tradizioni del territorio, grazie ad una serie di workshop, laboratori e incontri. Sono previsti docenti provenienti dal mondo accademico e/o di notevoli esperienze nel campo del patrimonio demo-etnoantropologico immateriale.
Perché il Campus Scuola nel Fortore
Costruire legami tra territori, ascoltare il locale attraverso una Rete nazionale, collegare tradizioni, luoghi e persone. Fare tutto ciò in un territorio fuori dalle grandi mete turistiche, ma che ha bisogno di essere cercato, ascoltato ed animato. Nel 2010 nasce così l’idea di una vera e propria Università dell’esperienza per il Fortore. Vasta area che tocca le province di Foggia, Campobasso e Benevento unita da culture, tradizioni, storia e da un ambiente unico, con un fiume che si snoda lungo un percorso ideale di 110 km, questo territorio di confine ha associato, nell'estate 2010, alcune Province della Campania, del Molise e della Puglia. Di qui la nascita del Campus estivo per la Cultura Popolare. Equidistante da molti centri che conservano ancora riti e feste tradizionali, l’esperienza si è rivelata fruttuosa culturalmente quanto ricca di relazioni sociali.
Dal punto di vista organizzativo, la cabina di regia del progetto “Campus Scuola estivo” individuerà, in un ottica di valorizzazione del patrimonio culturale ma anche sulla base dei servizi offerti dagli Enti locali che aderiscono al progetto, i comuni in grado di ospitare al meglio il percorso formativo, offrendo ai partecipanti un ricco ventaglio di esperienze, riflessioni ed azioni, senza trascurare importanti momenti festa e di convivialità, messi in atto dai vari protagonisti coinvolti – studiosi, performers, artisti – che animeranno le serate, a completamento di un progetto culturale unico nel suo genere.
Il Campus Scuola 2011
Più precisamente il programma del Campus sarà sviluppato su tre nodi principali: la mattinata sarà dedicata a incontri di carattere più teorico su temi inerenti la cultura e le tradizioni popolari, il pomeriggio ad attività laboratoriali e le serate concluderanno il percorso formativo con alcuni momenti di festa.
Qualora si raggiungano le 30 richieste sarà organizzato, richiedendo agli interessati 60,00 € a testa a parziale copertura delle spese, un pulman per i transfert interni.
Clicca QUI per avere maggiori informazioni sull'EDIZIONE 2010
IL PROGRAMMA 2011
LE FESTE SERALI
Massimo Bubola presenta “Vento di musica e poesia. Le canzoni che nascono dalle poesie”
Massimo Bubola è presente sulla scena della canzone d’autore italiana dalla metà degli anni Settanta e ha sempre continuato a portare avanti la sua particolarissima mistura di folk e di rock, miscelando la musica con testi di grande respiro letterario, formalmente curatissimi.
Massimo ha toccato alcune pagine storiche, a cominciare dai pezzi scritti a quattro mani con Fabrizio De Andrè...da “Don Raffae” ad Andrea”, fino al “Il cielo d’Irlanda”, che Bubola compose per Fiorella Mannoia. Oggi ci trascinerà tra parole e note, immaginazione e memoria, canzoni e poesie...
I Poeti a Braccio. Rieti e Maremma Toscana
Cantare in versi appresi dalla cultura orale, ma versi che hanno una grande tradizione scritta, da Omero ad Ariosto a Tasso. Questo fanno, in genere improvvisando a contrasto, uomini ( e da qualche anno anche donne) spesso legati alla campagna o alle periferie di città, che conoscono l’epica antica e si sfidano in perfezione metrica improvvisando su temi semplici, della vita o della politica. Sono i ‘poeti improvvisatori’ o ‘ a braccio’, o ‘bernescanti’, o più semplicemente, nell’uso toscano popolare : ‘ i poeti’. Il loro mondo segreto e sacro di popolani sapienti, di improvvisatori e duellanti in versi, vicini alla cultura del teatro popolare dei Maggi e dei Bruscelli, produttori effimeri di endecasillabi in ottave incatenate, è ancora vivo, ed è stato trasmesso a una nuova generazione. Esso è dunque patrimonio culturale immateriale del nostro tempo, a rischio di scomparsa, degno di salvaguardia e valorizzazione ,secondo la Convenzione Unesco sui beni immateriali, ed è al tempo stesso aspetto critico delle politiche culturali, tra spettacolarità corrente e alterità, tra botteghino e arti popolari locali, tra professionismo e grande impagabile competenza fuori mercato. E’ giusto che questa arte non sia né imbalsamata né alterata e corrotta, ma sia studiata e compresa e resti una diversità viva, gestita dai protagonisti oggi sempre più consapevoli del proprio valore, anche nei diversi mondi in cui la poesia si produce: Sardegna, Abruzzo, Lazio, Toscana, Corsica, culture ispaniche. E’ giusto che abbia dignità e conosca un pubblico sempre più attento e competente, che si radichi nelle culture poetiche e metriche del presente. Il contrasto poetico improvvisato, misuratore di un tempo della voce, dell’attesa e della sfida, dell’onore e della storia, che non è più nostro , è anche una forma di vita, di arte e di diversità culturale che non vogliamo perdere.
Menamenamò
Con la partecipazione del cantautore griko Rocco De Santis
Il gruppo Menamenamò, diretto da Luigi Mengoli, è impegnato in una ricerca etnomusicale sfociata nella raccolta, e successiva pubblicazione, di oltre 250 canti popolari salentini, che è in grado, anno dopo anno, di gemmare nuove iniziative e rappresenta una importantissima testimonianza della straordinaria creatività della cultura popolare, quand’essa sia fatta lievitare da qualcuno che abbia un reale e profondo interesse a farla crescere, mediante un processo di progressiva autoconsapevolezza.
Ambrogio Sparagna presenta Il Viaggio di Giuseppantonio
E’ un progetto vocale-strumentale che permette di conoscere più da vicino la maestria compositiva e la passionalità interpretativa di uno tra i musicisti più importanti nel panorama della nuova musica popolare italiana, maestro concertatore della Notte della Taranta e grande virtuoso di organetto. In questo “Viaggio”, Ambrogio esplora la tradizione musicale attraverso una serie di brani originali composti da lui stesso e proposti con un’ orchestrina popolare, con strumenti che vanno dall’organetto alla conchiglia, dal tamburello alla ghironda, dalla chitarra battente al violino ed alla tromba. Il filo conduttore è il mitico viaggio di Giuseppantonio e dei suoi compagni musici, partiti nei primi del Novecento a piedi, da Napoli a Marsiglia; è raccontato da Sparagna “con parole e musiche”, tra serenate e ballate, ninne nanne e tarantelle d’amore, ritmi frenetici e saltarelli.
Roberto Licci, Salvatore Cotardo, Paolo Pacciolla dei Ghetonia in Concerto
Roberto è una delle voci tra le più emozionanti della grecìa salentina, insieme ai fiati di Salvatore e agli incessanti tamburelli di Paolo vorremmo divenissero simbolo di una tradizione, allo stesso tempo, rispettata e re-inventata.
Solot Compagnia Stabile di Benevento e Sancto Ianne presentano Valani
di Michelangelo Fetto - musiche composte ed eseguite dai Sancto Ianne – con Michelangelo Fetto e Antonio Intorcia - e con Gianni Principe: voce - Ciro Maria Schettino: chitarre e mandoloncello - Antonio Pasquariello: chitarre - Raffaele Tiseo: violino - Sargio Napolitano: fisarmonica - Massimo Amoriello: basso elettrico - Alfonso Coviello: percussioni - regia Michelangelo Fetto
Figli senza a faccia
pe’ chi vo’ sulo doje braccia,
figli pelle e chianto
nisciuno ve fa santo maje,
figli ‘e poca storia
stipata int’a memoria,
figli malaciorta
e chi pensa: a ciorta se po accattà,
o futuro e chesta terra è scritto già
dint’all’ uocchie e chillo figlio che sarrà.
(da Valani – di Ciro Schettino)
Un lavoro di scrittura che ha impegnato Michelangelo Fetto nell’indagare un fenomeno tipico e ancora oscuro della nostra storia, che riporta a galla ricordi dolorosi per i sopravvissuti insieme alla consapevolezza che il centro storico della città sia stato scenario di immensa crudeltà.
Le atmosfere musicali dei Sancto Ianne che accompagnano la drammatizzazione si accordano con il lavoro storico del gruppo, che si è sempre ispirato a storie strettamente legate al territorio.
Attori e musicisti si sono incontrati nel desiderio comune di dare voce alla vicenda storica di quegli uomini che ancora oggi portano sulla pelle i segni della violenza e tra le labbra il sapore della fame, vecchi guerrieri col viso ancora segnato a raccontare il dramma che ne ha segnato l’esistenza, rendendoli per sempre “valani”.
Il programma potrebbe subire variazioni, vi preghiamo di verificarlo presso i nostri recapiti