PATRIMONI CULTURALI
IL CALENDARIO DEI RITI E DELLE FESTE
E’ possibile iscriversi alla Rete individualmente, per partecipare ad iniziative specifiche, o iscriversi come ente pubblico, mettendo in Rete un patrimonio culturale del proprio territorio.
Gli enti pubblici che decidono di iscriversi con un semplice patrocinio potranno co-progettare attività di valorizzazione condivisa dei patrimoni, partecipare alle attività di formazione annuali dedicate agli iscritti e proporre progetti performativi che saranno inseriti in alcuni progetti di rilevanza nazionale ed internazionale, partecipare alle iniziative organizzate dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, diventando un attivo operatore per la tutela, valorizzazione, innovazione e ricerca delle tradizioni popolari.
I Patrimoni messi in rete vengono organizzati e comunicati grazie ad calendario rituale annuale contemporaneo, un sistema per suddividere, calcolare e dare un nome ai vari periodi di tempo dell’anno che tiene conto della complessità sociale, inserendo nella sua suddivisione temporale anche il tempo della festa e del lavoro. E’ un tempo scandito dallo scorrere delle stagioni, ciclico, quantitativo, etnico che descrive un tessuto rituale in costante rinnovamento.
La suddivisione è stata organizzata consultando il Comitato Scientifico e permette, oltre allo sviluppo di un sistema comunicativo efficace e pianificato, la possibilità di creare interconnessioni e successive progettualità tra ritualità simili presenti in diversi territori, confrontare le festività, mettere in rete conoscenze ed energie, creando il primo sistema organizzativo, progettuale e promozionale connesso alle ritualità italiane.
Metti QUI in Rete un Patrimonio Culturale del tuo territorio ed entra nel Calendario

Festa di Sant'Antonio e Tradizione delle Cente
13 giugno
REGIONE CAMPANIA - PROVINCIA DI SALERNO
COMUNE DI ALTAVILLA SILENTINA
La devozione nasce nel 1799 quando la popolazione si schierò con i giacobini della repubblica partenopea e piantò nella sua piazza l'Albero della Libertà. Un gruppo di sanfedisti si prese carico di punire la ribelle cittadina. Gli abitanti ricorsero all'aiuto del Santo, la cui statua fu vestita in modo goffo e collocata in mezzo alla piazza. Tale vista provocò le risa del capo sanfedista che sparò. Il suo cannone si spezzò in tredici parti (numero del Santo), ancora oggi conservati. I presenti gridarono al miracolo: da allora ogni 13 giugno la statua entra in tutte le case del capoluogo dove per riceverlo si preparano tavolini con tovaglie di pizzo e cestini di fiori. La giornata inizia all’alba quando dalle varie contrade partono i fedeli con le "cente" (in genere tredici), ex voto a forma di barche di cera portate a spalla dai devoti.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Altavilla Salentina, Assessore all'ambiente Salvatore Arietta 0828 98380
In collaborazione con l'associazione L'Auriga Cilento (www.aurigacilentonews.blogspot.com) e l'associazione Argonauta (www.associazioneargonauta.it)
Con il patrocinio del Comune di Altavilla Salentina (SA)

Concorso Nazionale per Cantastorie
9 giugno
REGIONE LOMBARDIA - PROVINCIA DI MANTOVA
COMUNE DI MOTTEGGIANA
L’Archivio Nazionale “G. Daffini” per testi da Cantastorie, unico nel suo genere, è sorto nel 1998, promosso dal Comune di Motteggiana, in collaborazione e su proposta del poeta e cantastorie locale Wainer Mazza e con la collaborazione scientifico-istituzionale del Centro di Documentazione Storica/Centro Etnografico del Comune di Ferrara. Il concorso nazionale per cantastorie si svolge da oltre 15 anni, è promosso dal comune stesso ed in occasione dell’evento vengono premiati cantastorie provenienti da tutta Italia. La manifestazione è intitolata a Giovanna Daffini, cantante popolare, voce della risaia, e si tiene la prima domenica di giugno.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Motteggiana, Via Roma 10, 0376/527043 – Referente: Simona Ferrari 0376/527043 s.ferrari@comune.motteggiana.mn.it
Con il patrocinio del Comune di Motteggiana (MN)

Festa di San Liberatore
13 maggio
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI CIVITACAMPOMARANO
San Liberatore è la festa patronale di Civitacampomarano.
Tradizione è portare per le strade del paese in processione 13 statue raffiguranti tutti i santi presenti nelle 2 chiese: Santa Maria delle Grazie (chiesa di sopra) e San Giorgio (chiesa di sotto). Inizialmente la funzione veniva celebrata nella "chiesa di sopra" poi si usciva in processione con i santi e si raggiungeva la "chiesa di sotto" da dove partivano i restanti santi. Da anni la "chiesa di sopra" è chiusa per lavori di restauro quindi tutti i santi sono stati dislocati nella "chiesa di sotto". La processione passa per le strade del paese, raggiunti Piazza Municipio ci si ferma e avviene la tradizionale benedizione degli animali.
Approfondimenti suIle festività: Dott. Manuele - Sindaco di Civitacampomarano, +339 0874 748103, paolomanuele@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Civitacampomarano (CB)

La pagliara Maje Maje
1 maggio
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI FOSSALTO
"La Pagliara è certamente un disperso residuo di cerimonie rituali di inizio di primavera che un tempo avevano un valore essenziale per la vita dei gruppi; il getto dell'acqua sul carro di erbe e di fiori ha una origine ideologica assai arcaica; è un gesto di magia simpatica per invocare la pioggia o magari è un gesto di rinnovamento della natura... si inserisce nella serie di personificazioni del 'maggio'... questo tipo di personificazione-mascheramento appare notevolmente eccezionale in Italia... costituisce davvero un unicum in area italiana" (A. M. Cirese).
La festa della primavera viene celebrata a Fossalto con un rito di origine antichissima che vede la personificazione del "maggio" mediante un cono costruito con rami e rivestito di erbe e di fiori (la Pagliara). Sulla sommità è posta una croce, anch'essa ottenuta con fiori. La Pagliara viene "indossata" da un uomo in modo da coprire tutto il corpo lasciando una piccola apertura per il viso. Accompagnata da un suonatore di zampogna e da un cantore, la Pagliara gira per tutto il paese annunciando l'arrivo del maggio, accolta da getti di acqua riversati dai balconi e dalle porte di case al grido "rascia, Maje!" (abbondanza, maggio!). Terminato il giro, la Pagliara viene collocata in piazza, davanti alla casa del parroco: la croce viene staccata dalla sommità e consegnata al sindaco, mentre il cono viene deposto nell'orto del prete. Subito dopo si distribuisce a tutti i presenti una zuppa di legumi, formaggio, pane e fave fresche.

Artigiani d' Italia, il genio e la creatività
Ultima settimana di aprile - Candenza biennale
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI BIELLA
CITTA' DI CANDELO
Il Ricetto di Candelo luogo di grande fascino, borgo medievale del XIV secolo e unicum a livello europeo, ospita i mestieri d’arte e i grandi maestri artigiani d’Italia, tra tradizione e innovazione, antichi saperi e nuove tecnologie. Il percorso espositivo si snoda attraverso le rue dello splendido Ricetto, dove sarà possibile visitare liuterie e vetrerie artistiche, botteghe di oreficeria e tessitura, falegnameria e cartapesta, lavorazione del pellame e ceramic
Per informazioni: http://www.candeloeventi.it/
Con il Patrocinio del Comune di Candelo (BI)

Festa della Beata Giovanna
Lunedì dell'Angelo
REGIONE TOSCANA - PROVINCIA DI FIRENZE
COMUNE DI SIGNA
La Festa della Beata Giovanna, che si svolge il Lunedì dell’Angelo, rievoca l'annuale processione in onore della "Beata" istituita nell'anno 1385 in occasione della traslazione della Sua salma
La celebrazione coniuga rievocazione storica e fede religiosa e si svolge con un corteo a cui partecipano abbigliati con costumi in fogge medievali: le corporazioni delle Arti maggiori e minori, i musici e le damigelle del corpo di ballo, le ancelle con le lampade votive, quindi i notabili e la "Venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento e dello Spirito Santo", detta dei Bianchi, che presiede all’organizzazione della Festa.
Chiude il "Corteo" , oltre al il Pievano di Signa, il ciuchino, il quale reca sul dorso un bambino in tenera età, vestito da angiolino e recante in mano un passerotto, che poi sarà liberato nella Pieve, assolvendo così ad una funzione di predizione per l'annata.
La presenza degli angiolini e dei passerotti è legata a due miracoli attribuiti alla Beata: la resurrezione di un bimbo e la guarigione di un passerotto.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Signa, Piazza della Repubblica 1, 50058 , Signa (FI) - Referente: dott.ssa Barbara Raugei, tel: 055 8790183 - E-mail : info@prolocosigna.it
Con il Patrocinio della Città di Signa (FI)

La Giudaica - Processo a Gesù
Venerdì Santo
REGIONE CALABRIA - PROVINCIA DI COSENZA
COMUNE DI LAINO BORGO
"La rappresentazione, esempio di teatro popolare itinerante, si svolge il Venerdì Santo ogni due anni. Essa, della durata di circa sei ore, ripropone per le vie e le piazze di Laino Borgo il Processo a Gesù con la partecipazione di oltre 100 persone del luogo in costume d'epoca. Secondo la tradizione orale sarebbe sorta nel '600; la prima rappresentazione documentata risale al 1832. Le peculiarità sono due : il testo, dal linguaggio aulico e ricercato, del Morone colto prelato del '700 e la centralità del dramma imperniato più sul processo a Gesù che sul dolore di Maria e sulla crocifissione."
Con il Patrocinio della Città di Laino Borgo (CS)

Cantè j'euv
Settimana prima di Pasqua
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
CITTA' DI CANELLI
"Cantè j'ouev: antica tradizione Pasquale. Veniva organizzata nella settimana immediatamente prima della Santa Pasqua. Promossa dalle congregazioni locali e poi riproposta dall'Associazione Pro Loco Borgo Antico di Villanuova di Canelli. Venivano portate in dono le uova dipinte a mano nelle case del centro storico, con l'accompagnamento di strumenti musicali e con canti della tradizione popolare piemontese e monferrina. Nelle soste oltre al canto e alla musica, si mangiavano frittate di erbe locali e 'friciule' con farina di grano duro."
Con il Patrocinio della Città di Canelli (AT)

Festa di San Giuseppe
18 e 19 marzo
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI CIVITACAMPOMARANO
Il 19 marzo si ripropone a Civitacampomarano la tradizionale festa di S. Giuseppe. La festa cade in prossimità dell’equinozio di primavera, il 21 marzo, importante cambio stagionale in grado di scacciare il freddo e buio inverno. E’ d’uso a Civitacampomarano accendere un falò la sera che precede la festa di S. Giuseppe. Questi fuochi vengono accesi nei vari quartieri del Borgo la sera del 18 marzo. I falò avrebbero un collegamento con antichi riti di purificazione in cui, in questo passaggio stagionale si bruciava il “vecchio” e quindi si tratta di un rito di propiziazione per un futuro roseo. Il giorno della festa c’è la tradizione delle "Tavole di San Giuseppe", in cui si consumano 13 pietanze a base di legumi, frutta, pesce, pasta con la mollica.
Approfondimenti suIle festività: Dott. Manuele - Sindaco di Civitacampomarano, +339 0874 748103, paolomanuele@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Civitacampomarano (CB)

Festa di S. Giuseppe: processione della legna e falò
18 e 19 marzo
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI TARANTO
COMUNE DI SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE
A San Marzano di San Giuseppe , comune albanofono in provincia di Taranto, la festa patronale è vissuta come un appuntamento corale dedicato a S. Giuseppe, culto risalente già al XVII secolo e portato dalla madrepatria dai profughi albanesi, di rito greco-ortodosso, che qui si stabilirono nella prima metà del 1500. La devozione penitenziale si esprime in modo collettivo con la processione delle legna la quale si conclude con un grande falò ( “ zjarri e mate”) di proporzioni imponenti, e l’esposizione delle “ mattre”.
L’ origine di questo rito è da rintracciare in un evento accaduto agli inizi dell’ 800 quando, a causa delle temperature molto rigide e dell’ eccessiva miseria, quell’ anno gli abitanti del paese decisero di rinunciare ai piccoli falò che abitualmente venivano offerti a S. Giuseppe nei vicoli. Ma durante la notte della vigilia si scatenò sul paese un violento nubifragio che venne interpretato come un atto punitivo del Santo. I saggi del paese decisero allora di offrire a S. Giuseppe un unico grande falò da accendere sul largo Monte ( “ laerte Mali” ), così grande che fu visibile dai paesi limitrofi. Nel 1866 venne deliberato che al nome del paese fosse aggiunto il suffisso “San Giuseppe “, a riprova della profonda devozione.
Il giorno della vigilia, gli abitanti, vanno in processione ognuno con il proprio carico ( un enorme tronco sulla testa o sulle spalle o le fascine di “stroma” o di “ saramienti”), i carrettieri ( “ li travinieri”) con i grandi protagonisti della processione: i cavalli addobbati per l’ occasione e con il loro traino carico di fascine e sormontato da un’ effige del Patrono. Al termine della Messa serale il parroco, dopo la benedizione della legna ( fatta ai quattro lati della catasta, secondo i punti cardinali), accende il fuoco.
La tradizione delle “ tavolate “ trae origine dell’ usanza di bandire banchetti da offrire ai poveri ed ai forestieri nel giorno della festa , in memoria dell’ ospitalità ricevuta dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Con spirito devozionale e rituale vengono preparate , in ricordo dell’ Ultima Cena, tredici pietanze, dalle quali è esclusa la carne, trovandosi la festa nel periodo quaresimale.
La mattina del 19 marzo, prima della processione del Santo portato in spalla dai devoti, vengono allestite lungo la via principale , le “ mattre” : tavolieri di legno contenente piatti tipici della tradizione culinaria locale poi benedetti e distribuiti ai poveri ed ai forestieri.
Informazioni e approfondimenti: Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA), dott.ssa Marisa Margherita - sportello linguistico 099 9577711
Con il patrocinio del Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA)
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