Il solstizio d’estate e la Festa di San Giovanni Battista

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In questi giorni  il Sole è all’apice della sua luce. Per questo il Solstizio d’estate (dal latino  solstitium, da sistere, “fermarsi) è considerato sacro nelle tradizioni pagane precristiane, diffuse in tutta Europa.

A questo periodo  si collega la festa di San Giovanni Battista celebrata il 24 giugno, tradizionalmente indicato come giorno della sua nascita ed inserito nel calendario delle manifestazioni in suo onore realizzate in innumerevoli città e paesi, da Torino a Genova da Firenze a Ragusa, dove viene venerato come santo patrono.

Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce. Ciò testimonia il grande interesse che in tutte le epoche ha suscitato questo profeta,  l’ultimo dell’Antico Testamento , cugino di Gesù, e che rese testimonianza ancora in vita al Cristo , battezzandolo nel fiume Giordano . Il Battista morì a causa della sua predicazione. Egli condannò pubblicamente la condotta di Erode Antipa, re di Giudea, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fece prima imprigionare, poi, per compiacere la bellissima figlia di Erodiade, Salomè, lo fece decapitare.

Nella sua figura di rigeneratore di un'era nuova, San Giovanni Battista, che nell'iconografia più antica viene anche rappresentato in unione con rami e tronchi d'albero spezzati e rigermoglianti, allegoria di una vita che periodicamente si rinnova, è riconducibile simbolicamente ai riti agrari della sua festa.  

Durante la notte di S. Giovanni erbe e metalli, nelle funzioni rispettivamente curativa e divinatoria, vengono  utilizzati, come residuo di credenze ancestrali, così come l’acqua ed il fuoco, questi ultimi  a simboleggiare il connubio tra la Luna ed il Sole ed in qualità di elementi purificatori e propiziatori.

Erbe e piante , dall’iperico al noce, sono  considerate  all’apice delle loro caratteristiche e l’acqua lasciata all’aperto durante la notte della vigilia o la rugiada raccolta al mattino del 24 giugno darebbe, in base alle credenze popolari, il massimo potere terapeutico e sarebbe fautrice di fertilità.

Nel sud Italia, e particolarmente in Sardegna nell’area algherese, dove è presente l’influsso delle tradizioni e lingua catalane, le ragazze da marito, dopo aver fuso il piombo, lo versavano in un recipiente d’acqua. Il piombo si raffreddava velocemente e dalla forma assunta si traevano previsioni sul mestiere del futuro marito.

L’atto propiziatorio dell’accensione dei falò nei campi la notte di San Giovanni, si riscontra tuttora in moltissime regioni europee, unito al  rito del comparatico  in Sardegna e in altre aree del Sud, dove  la notte della vigilia le persone, stringendosi per mano, si promettono fedeltà nell’amicizia  per tutta la vita, con l’obiettivo di dare un  senso beneaugurante per la comunità. Recitando all’unisono auguri e auspici nel momento del salto del fuoco, ripetuto tre volte, a significare che, così come si supera l’ostacolo rappresentato dalle fiamme, insieme si superano le difficoltà , si consolida  per sempre il legame tra compari  e comari.

Il Comune di Sedini (SS) aderisce con i Fuochi di S. Giovanni ed il rito del comparatico al progetto sui Patrimoni culturali e calendario rituale della Rete Italiana di Cultura Popolare http://www.reteitalianaculturapopolare.org/it/calendario-dei-riti-e-delle-feste.html

  

Ascolta QUI lo speciale dedicato a alla Festa di San Giovanni del Comune di Sedini (SS), del programma "E' Festa" di tradiradio.org, la web radio della Rete Italiana di Cultura Popolare:

La diretta è andata in onda lunedì 23 giugno 2014. La serata è stata organizzata dall' Università Popolare della Musica e delle Arti "Paolo Emilio Stasi". Conducono Antonio Damasco, Valentina Padovan, Valeria Randa. Intervengono Alessandra Giudici, Presidente della Provincia di Sassari, Domenico Sanna, della Pro Loco di Sedini e Antonio Budruni, Storico e Ricercatore

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