IL CALENDARIO DEI RITI E DELLE FESTE
E’ possibile iscriversi alla Rete individualmente, per partecipare ad iniziative specifiche, o iscriversi come ente pubblico, mettendo in Rete un patrimonio culturale del proprio territorio.
Gli enti pubblici che decidono di iscriversi con un semplice patrocinio potranno co-progettare attività di valorizzazione condivisa dei patrimoni, partecipare alle attività di formazione annuali dedicate agli iscritti e proporre progetti performativi che saranno inseriti in alcuni progetti di rilevanza nazionale ed internazionale, partecipare alle iniziative organizzate dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, diventando un attivo operatore per la tutela, valorizzazione, innovazione e ricerca delle tradizioni popolari.
I Patrimoni messi in rete vengono organizzati e comunicati grazie ad calendario rituale annuale contemporaneo, un sistema per suddividere, calcolare e dare un nome ai vari periodi di tempo dell’anno che tiene conto della complessità sociale, inserendo nella sua suddivisione temporale anche il tempo della festa e del lavoro. E’ un tempo scandito dallo scorrere delle stagioni, ciclico, quantitativo, etnico che descrive un tessuto rituale in costante rinnovamento.
La suddivisione è stata organizzata consultando il Comitato Scientifico e permette, oltre allo sviluppo di un sistema comunicativo efficace e pianificato, la possibilità di creare interconnessioni e successive progettualità tra ritualità simili presenti in diversi territori, confrontare le festività, mettere in rete conoscenze ed energie, creando il primo sistema organizzativo, progettuale e promozionale connesso alle ritualità italiane.
Metti QUI in Rete un Patrimonio Culturale del tuo territorio ed entra nel Calendario
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI LECCE
COMUNE DI NOVOLI
"La Fòcara è una monumentale costruzione ispirata alle tecniche di allestimento delle gregne di grano sulle aie per la trebbiatura. Di altezza e diametro superiore ai venti metri, è composta da almeno ottantamila fascine di tralci di vite da potatura e sapientemente accatastate, fino a costituire l’enorme pira sul grande piazzale della periferia urbana con in cima un'effigie del Santo Patrono. La forma, può variare negli anni: da una sorta di torta a più strati o ad un cono con galleria alla base che viene attraversata dal simulacro del Santo in processione. La costruzione è ultimata con la bardatura del 16 gennaio e la sera avviene l'accensione con fuochi piromusicali."
Approfondimenti sulla Fòcara di Novoli: www.fondazionefocara.com
Con il Patrocinio del Comune di Novoli (LE)
Foto Antonio Zaccaria
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI CONDOVE
Fòra l’ours (Fuori l’orso) . Questa tradizione, la cui origine si perde nel tempo e coincide con il periodo della Candelora, è presente nelle aree montane non solo italiane ma anche di molti Paesi europei e simboleggia la cacciata dell’orso dalla tana ed il conseguente risveglio primaverile della natura. Frequentemente il soggetto che impersona l’orso , la cui identità dovrebbe restare sconosciuta, è un importante esponente della comunità locale, mentre nel passato questo incarico veniva addirittura ereditato a livello familiare. A Condove rivive a fine gennaio, dove gli abitanti si radunano per catturare l’orso e domarlo.
Per informazioni: Comune di Condove, sindaco Emanuela Sarti 011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI MOMPANTERO
La prima domenica di febbraio, da tempi remoti, ad Urbiano, frazione di Mompantero, in provincia di Torino, si svolge “Fòra l’ours” (fuori l’orso). La tradizione vuole che un orso sia catturato dai cacciatori, legato e portato in catene sulla piazza del paese. Lungo il tragitto l’orso urla, si dimena, mentre i cacciatori gli offrono del vino in un grande imbuto. Sulla piazza ballerà con la ragazza più bella del paese e, come per incanto, diventerà mansueto. L’orso è ovviamente un uomo, la cui identità deve restare segreta, vestito con pelli di capra, cucite con filo di ferro. La simbologia dell’orso, la maschera zoomorfa più diffusa nelle regioni italiane e variamente presente nei carnevali alpini, è legata al periodo della Candelora ed il risveglio dell’animale dal lungo letargo invernale veniva anticamente interpretato come indice rivelatore e propiziatorio della rinascita primaverile della natura.
Per informazioni: Comune di Mompantero (TO), Piazza Giulio Bolaffi 1, Sindaco Piera Favro, 0122 622323, info@comune.mompantero.to.it
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI JELSI
Ogni comunità ritrova se stessa nei propri riti, credenze e usi, un modo di vivere portato avanti affinché il domani sia sicuro e degno come lo è stato il passato (il sostrato culturale) cioè il vissuto già sperimentato e scritto nel grande "testo" dell'umanità, fatto di conoscenza e coscienza civile. Fra i riti di propiziazione di fertilità invernali, nel periodo di passaggio tra due stagioni, che si svolgono in Molise con correlazioni storico-antropologiche
l'Uomo-Orso o "U' Ball dell'Urz", il Ballo dell'Orso, lo ritroviamo a Jelsi, in provincia di Campobasso.
Tenuto a catena da un domatore e un aiutante che gli impongono di danzare sotto la minaccia di percosse con un bastone, tra accenni di ribellione e passi di danza, fra i vicoli del borgo si espandono le note di improvvisati musicisti. Di tanto in tanto, il gruppo bussa alle porte delle case e al comando: "Orso a posto! Orso olè! Balla orso!" la famiglia ospitante offre da bere e da mangiare.
La manifestazione, interrotta con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, è stata rimessa in piedi a Carnevale del 2008 dal regista Pierluigi Giorgio che già nel 1993 "rispolverò" quella del Cervo a Castelnuovo
L'immagine che si evince non è altro che la paura del diverso o di quella parte di sé libera e selvaggia occultata e rimossa dall'individuo o dalla comunità per buona pace di tutti e di un dio pagano piegato dalla religione cristiana o di Dioniso che "ucciso" si fa seme e frumento.
Per approfondimenti e informazioni: info@comune.jelsi.cb.it
Con il Patrocinio del Comune di Jelsi (CB)
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI FOGGIA
COMUNE DI BICCARI
"I canti sull'altalena di Biccari, detti 'nzammaruchele,sono canti di corteggiamento eseguiti durante il carnevale.
L'altalena era formata da un pezzo di legno (à léun) che fungeva da sedile, collocato su una corda spessa (zoca) che veniva legata all'interno della casa, ad uno degli anelli presenti sul soffitto, o all'architrave sull'uscio della porta d'ingresso. In quest'ultimo caso l'altalena nel dondolare fuoriusciva e rientrava dall'abitazione.
Generalmente i partecipanti al gioco erano due donne,raramente due uomini e ancor più di rado un uomo ed una donna. Essi sedevano spalla a spalla e si davano la spinta col piede sinistro, intonando a turno il medesimo verso che la seconda voce riprendeva con piccole variazioni melismatiche. Nelle case in cui si cantava vi si riunivano amici e parenti, e spesso i padroni di casa invitavano di proposito chi aveva una bella voce e conosceva bene i canti. Cantare gli 'nzammaruchèle costituiva quasi una specializzazione, anche se i cantanti non venivano retribuiti ma si accontentavano dell'ospitalità. Quando ci si riuniva per cantare venivano organizzate vere e proprie feste, si mangiava, si beveva,e a volte ballava. Le nostre anziane ricordano che gli 'nzammaruchèle si cantavano soltanto nel periodo di Carnevale. Questi canti sopravvivono ancora oggi perchè riadattati in contesti diversi da quelli originali,diventando così parte integrante della tradizione canora delle festività. "
Con il Patrocinio del Comune di Biccari (FG)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI CONDOVE
Il Carnevale di Lajetto, borgata del Comune di Condove, è di antichissima derivazione, così come arcaici sono i personaggi animaleschi e non, presenti anche in molti carnevali diffusi lungo tutto l’arco alpino.
Le "Barbuire", vale a dire i personaggi mascherati, si dividono in 2 gruppi: i belli (il Monsù e la Tòta, i due Arlecchini, il Dottore ed il Soldato) e i brutti (il Pajasso e le coppie di Vecchi e Vecchie).
Protagonista è il Pajasso, così chiamato perché imbottito di paglia, ma rivestito anche di pelli animali , che porta con sé un bastone alla cui sommità è legato un gallo (finto). Il corteo delle Barbuire si snoda per i vicoli al suono delle musiche eseguite dalla banda musicale sino ad arrivare ad un grande prato . Il Dottore corre in coccorso delle “Barbuire” quando queste stremate, si gettano a terra fingendosi morte, somministrando loro vino o grappa. Al momento culminante della rappresentazione, il Pajasso taglia la testa al gallo, uccide se stesso, decretando la morte del carnevale, la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, e riproponendo un rituale di fecondità e prosperità per il nuovo anno.Il Dottore corre in soccorso delle Barbuire quando queste, stremate, si gettano a terra fingendosi morte; accompagnato dal Soldato, il Dottore somministra loro la "medicina": vino o grappa!
Si giunge quindi al momento culminante della rappresentazione: il Pajasso, tagliando la testa al gallo - che nel frattempo è stato appeso ad un pero in mezzo al grande prato - ammazza se stesso, decretando la morte del Carnevale, la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, in un rituale di fecondità e prosperità per il nuovo anno musicale, si snoda per le strette viuzze della borgata.
Foto di Giorgia Allais
Per informazioni: Comune di Condove, sindaco Emanuela Sarti 011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it
REGIONE LIGURIA - PROVINCIA DI IMPERIA
COMUNE DI TAGGIA
Informazioni e approfondimenti: Comune di Taggia - Servizio Turismo, Cultura e Sport, Paola Giuliano 0184 476222-254 info@comune.taggia.im.it
Con il patrocinio del Comune di Taggia (IM)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI TUFARA
La maschera di Tufara è tra quelle che conservano le antiche caratteristiche, da cui traggono origine. Anche se il suo significato primitivo si è in parte perduto, essa rappresentava, un tempo la passione e morte di Dioniso, Dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie.
Dioniso, il Dio che ogni anno moriva e rinasceva, come la vegetazione, è rappresentato dalla maschera zoomorfa, il Diavolo, che indossa sette pelli di capra cucite addosso, quasi a voler rievocare un lontano rito di smembramento di cui non si ha più coscienza. Il capro, infatti, era la forma più frequente nella quale il Dio si manifestava. La rappresentazione della sua passione, che in tempi lontani era una cerimonia sacra, in periodo cristiano venne banalizzata a semplice maschera carnevalesca, aggiungendovi una serie di figure stratificatosi nel tempo. In questa forma è giunta fino ai nostri giorni. Il Diavolo, trattenuto in vita con catene dai Folletti, i suoi guardiani, gira per le strade del paese, saltella, cade a terra, si rotola, si rialza, corre, cercando di sedurre chi incontra per iniziarli ai sui misteri.
Le maschere della Morte, vestite di bianco con il volto impiastricciato di farina, che precedono di qualche metro il Diavolo, starebbero a simboleggiare la purificazione attraverso la morte. Se il seme muore e con la morte nel terreno, è purificato, la primavera ce lo restituirà in raccolto. Il roteare delle falci, il gesto stesso del falciare che la Morte compie, indicherebbe il momento del raccolto; queste due maschere compiono anche una funzione coreografica attraverso salti e grida. La pantomima di Tufara si differenzia da altre simili, in quanto la figura del capro-espiatorio è qui stranamente presentata in duplice aspetto: non solo la si intravede tra il corpo irsuto e le pieghe della maschera del Diavolo, ma anche tra la paglia e la tela del pupazzo simulacro, identificato con il carnevale, da scaraventare tra le zolle di terra dall’alto di un precipizio.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Tufara, Assessore alla Cultura Maria Di Tella 0874 718332 comunetufara@virgilio.it
Con il patrocinio del Comune di Tufara (CB)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI ISERNIA
COMUNE DI ROCCHETTA A VOLTURNO
Maschera zoomorfa molisana per eccellenza, l’antica rappresentazione che attinge linfa nel primitivismo ancestrale è oggetto costante di studi e ricerche antropologici. Il rito dell'Uomo Cervo, o meglio de "Gl'Cierv", si ripete l'ultima domenica di carnevale, datempo immemorabile, a Castelnuovo al Volturno, frazione del comune di Rocchetta a Volturno. Il rito de "Gl'Cierv" rappresenta il significato primordiale del carnevale, l'antichissimo mito dionisiaco, nel quale il passaggio delle stagioni viene simboleggiato in maniera cruenta, dove, per la rinascita della natura, risulta indispensabile una morte sacrificale. I personaggi : Il Cervo, la Cerva, Martino, il Cacciatore, la Popolana, gli zampognari, il Maone, malefico personaggio delle tenebre che guida la processione delle Ianare, streghe locali.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Rocchetta a Volturno, Vicesindaco Teodoro Santilli 0865 955200
Con il patrocinio del Comune di Rocchetta a Volturno (IS)
Foto di Pietro Torellini, Associazione Culturale Gl' Cierv, www.uomocervo.org
REGIONE ABRUZZO - PROVINCIA DELL'AQUILA
COMUNE DI ALFEDENA
Antica rievocazione di origine pagana dedicata alla Divinità italica Pomona protettrice degli alberi da frutto e della loro cura. Il nome della Dea deriva da "pomum", mela.
Ad Alfedena il culto per questa divinità è attestato da una lapide rinvenuta sul monte Caricio nei pressi del centro montano. Il rito per la Dea si rinnova ogni anno con gruppi di giovani che percorrono le vie del paese rumoreggiando con campanacci e corni per scacciare l'inverno ed invocare la primavera e ovviamente l'abbondanza ripetendo in maniera ossessiva " A te Pumba mè ecco Marz mo se nè vè, è venuto e Febbraio se nè iut.." La preparazione del rito consiste in un carro addobbato con drappi verdi e ghirlande di fiori e frutta trainato un tempo da animali oggi con mezzi meccanici moderni.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Alfedena, Crispi Leondina, Ufficiale di Stato Civile e Anagrafe 0864 87114 anagrafe@comune.alfedena.aq.it
Con il patrocinio del Comune di Alfedena (AQ)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI CUNEO
COMUNE DI VALDIERI
L’ Ecomuseo della Segale, il Comune di Valdieri e la comunità locale ripresentano l’antica e originale maschera dell’Orso di segale. Con le mani e il volto scuri di nerofumo, l’Orso esce allo scoperto controllato a fatica da un domatore e da due aiutanti. La compagnia carnevalesca è completata da un gruppo di frati chiassosi e da un prete che declama a gran voce le Epistule, scherzose prese in giro rivolte agli abitanti dei paesi e delle frazioni dei dintorni e delle valli vicine. L’Orso, intanto, si aggira per le strade del paese –cercando cibo e facendo scherzi e mattane. Contemporaneamanete avviene la “gnoccolata”, tradizionale distribuzione di gnocchi di patate a cura della Pro loco. I valdieresi portano con sé le pentole da riempire e tornano a casa per mangiare; i forestieri, invece, consumano gli gnocchi sul posto Al termine della questua, dopo una lunga lotta con il domatore e un giro di ballo con la bella Quaresima, l’orso scappa, facendo perdere le proprie tracce. Intanto un pupazzo di segale inizia a bruciare, trasformandosi in un gran falò.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Valdieri 0171 97109 - ref. Sindaco dott. Emanuel Parracone - segreteria sindaco Dott.ssa Romano Antonietta - valdieri@ruparpiemonte.it
Con il patrocinio del Comune di Valdieri (CN)
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI TARANTO
COMUNE DI SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE
A San Marzano di San Giuseppe , comune albanofono in provincia di Taranto, la festa patronale è vissuta come un appuntamento corale dedicato a S. Giuseppe, culto risalente già al XVII secolo e portato dalla madrepatria dai profughi albanesi, di rito greco-ortodosso, che qui si stabilirono nella prima metà del 1500. La devozione penitenziale si esprime in modo collettivo con la processione delle legna la quale si conclude con un grande falò ( “ zjarri e mate”) di proporzioni imponenti, e l’esposizione delle “ mattre”.
L’ origine di questo rito è da rintracciare in un evento accaduto agli inizi dell’ 800 quando, a causa delle temperature molto rigide e dell’ eccessiva miseria, quell’ anno gli abitanti del paese decisero di rinunciare ai piccoli falò che abitualmente venivano offerti a S. Giuseppe nei vicoli. Ma durante la notte della vigilia si scatenò sul paese un violento nubifragio che venne interpretato come un atto punitivo del Santo. I saggi del paese decisero allora di offrire a S. Giuseppe un unico grande falò da accendere sul largo Monte ( “ laerte Mali” ), così grande che fu visibile dai paesi limitrofi. Nel 1866 venne deliberato che al nome del paese fosse aggiunto il suffisso “San Giuseppe “, a riprova della profonda devozione.
Il giorno della vigilia, gli abitanti, vanno in processione ognuno con il proprio carico ( un enorme tronco sulla testa o sulle spalle o le fascine di “stroma” o di “ saramienti”), i carrettieri ( “ li travinieri”) con i grandi protagonisti della processione: i cavalli addobbati per l’ occasione e con il loro traino carico di fascine e sormontato da un’ effige del Patrono. Al termine della Messa serale il parroco, dopo la benedizione della legna ( fatta ai quattro lati della catasta, secondo i punti cardinali), accende il fuoco.
La tradizione delle “ tavolate “ trae origine dell’ usanza di bandire banchetti da offrire ai poveri ed ai forestieri nel giorno della festa , in memoria dell’ ospitalità ricevuta dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Con spirito devozionale e rituale vengono preparate , in ricordo dell’ Ultima Cena, tredici pietanze, dalle quali è esclusa la carne, trovandosi la festa nel periodo quaresimale.
La mattina del 19 marzo, prima della processione del Santo portato in spalla dai devoti, vengono allestite lungo la via principale , le “ mattre” : tavolieri di legno contenente piatti tipici della tradizione culinaria locale poi benedetti e distribuiti ai poveri ed ai forestieri.
Informazioni e approfondimenti: Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA), dott.ssa Marisa Margherita - sportello linguistico 099 9577711
Con il patrocinio del Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI CIVITACAMPOMARANO
Il 19 marzo si ripropone a Civitacampomarano la tradizionale festa di S. Giuseppe. La festa cade in prossimità dell’equinozio di primavera, il 21 marzo, importante cambio stagionale in grado di scacciare il freddo e buio inverno. E’ d’uso a Civitacampomarano accendere un falò la sera che precede la festa di S. Giuseppe. Questi fuochi vengono accesi nei vari quartieri del Borgo la sera del 18 marzo. I falò avrebbero un collegamento con antichi riti di purificazione in cui, in questo passaggio stagionale si bruciava il “vecchio” e quindi si tratta di un rito di propiziazione per un futuro roseo. Il giorno della festa c’è la tradizione delle "Tavole di San Giuseppe", in cui si consumano 13 pietanze a base di legumi, frutta, pesce, pasta con la mollica.
Approfondimenti suIle festività: Dott. Manuele - Sindaco di Civitacampomarano, +339 0874 748103, paolomanuele@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Civitacampomarano (CB)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
CITTA' DI CANELLI
"Cantè j'ouev: antica tradizione Pasquale. Veniva organizzata nella settimana immediatamente prima della Santa Pasqua. Promossa dalle congregazioni locali e poi riproposta dall'Associazione Pro Loco Borgo Antico di Villanuova di Canelli. Venivano portate in dono le uova dipinte a mano nelle case del centro storico, con l'accompagnamento di strumenti musicali e con canti della tradizione popolare piemontese e monferrina. Nelle soste oltre al canto e alla musica, si mangiavano frittate di erbe locali e 'friciule' con farina di grano duro."
Con il Patrocinio della Città di Canelli (AT)
REGIONE CALABRIA - PROVINCIA DI COSENZA
COMUNE DI LAINO BORGO
"La rappresentazione, esempio di teatro popolare itinerante, si svolge il Venerdì Santo ogni due anni. Essa, della durata di circa sei ore, ripropone per le vie e le piazze di Laino Borgo il Processo a Gesù con la partecipazione di oltre 100 persone del luogo in costume d'epoca. Secondo la tradizione orale sarebbe sorta nel '600; la prima rappresentazione documentata risale al 1832. Le peculiarità sono due : il testo, dal linguaggio aulico e ricercato, del Morone colto prelato del '700 e la centralità del dramma imperniato più sul processo a Gesù che sul dolore di Maria e sulla crocifissione."
Con il Patrocinio della Città di Laino Borgo (CS)
REGIONE TOSCANA - PROVINCIA DI FIRENZE
COMUNE DI SIGNA
La Festa della Beata Giovanna, che si svolge il Lunedì dell’Angelo, rievoca l'annuale processione in onore della "Beata" istituita nell'anno 1385 in occasione della traslazione della Sua salma.
La celebrazione coniuga rievocazione storica e fede religiosa e si svolge con un corteo a cui partecipano abbigliati con costumi in fogge medievali: le corporazioni delle Arti maggiori e minori, i musici e le damigelle del corpo di ballo, le ancelle con le lampade votive, quindi i notabili e la "Venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento e dello Spirito Santo", detta dei Bianchi, che presiede all’organizzazione della Festa.
Chiude il "Corteo" , oltre al il Pievano di Signa, il ciuchino, il quale reca sul dorso un bambino in tenera età, vestito da angiolino e recante in mano un passerotto, che poi sarà liberato nella Pieve, assolvendo così ad una funzione di predizione per l'annata.
La presenza degli angiolini e dei passerotti è legata a due miracoli attribuiti alla Beata: la resurrezione di un bimbo e la guarigione di un passerotto.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Signa, Piazza della Repubblica 1, 50058 , Signa (FI) - Referente: dott.ssa Barbara Raugei, tel: 055 8790183 - E-mail : info@prolocosigna.it
Con il Patrocinio della Città di Signa (FI)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI BIELLA
CITTA' DI CANDELO
Il Ricetto di Candelo luogo di grande fascino, borgo medievale del XIV secolo e unicum a livello europeo, ospita i mestieri d’arte e i grandi maestri artigiani d’Italia, tra tradizione e innovazione, antichi saperi e nuove tecnologie. Il percorso espositivo si snoda attraverso le rue dello splendido Ricetto, dove sarà possibile visitare liuterie e vetrerie artistiche, botteghe di oreficeria e tessitura, falegnameria e cartapesta, lavorazione del pellame e ceramica.
Per informazioni: http://www.candeloeventi.it/
Con il Patrocinio del Comune di Candelo (BI)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI FOSSALTO
La pagliara Maje Maje"La Pagliara è certamente un disperso residuo di cerimonie rituali di inizio di primavera che un tempo avevano un valore essenziale per la vita dei gruppi; il getto dell'acqua sul carro di erbe e di fiori ha una origine ideologica assai arcaica; è un gesto di magia simpatica per invocare la pioggia o magari è un gesto di rinnovamento della natura... si inserisce nella serie di personificazioni del 'maggio'... questo tipo di personificazione-mascheramento appare notevolmente eccezionale in Italia... costituisce davvero un unicum in area italiana" (A. M. Cirese).
La festa della primavera viene celebrata a Fossalto con un rito di origine antichissima che vede la personificazione del "maggio" mediante un cono costruito con rami e rivestito di erbe e di fiori (la Pagliara). Sulla sommità è posta una croce, anch'essa ottenuta con fiori. La Pagliara viene "indossata" da un uomo in modo da coprire tutto il corpo lasciando una piccola apertura per il viso. Accompagnata da un suonatore di zampogna e da un cantore, la Pagliara gira per tutto il paese annunciando l'arrivo del maggio, accolta da getti di acqua riversati dai balconi e dalle porte di case al grido "rascia, Maje!" (abbondanza, maggio!). Terminato il giro, la Pagliara viene collocata in piazza, davanti alla casa del parroco: la croce viene staccata dalla sommità e consegnata al sindaco, mentre il cono viene deposto nell'orto del prete. Subito dopo si distribuisce a tutti i presenti una zuppa di legumi, formaggio, pane e fave fresche.
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI CIVITACAMPOMARANO
Festa di San LiberatoreSan Liberatore è la festa patronale di Civitacampomarano.
Tradizione è portare per le strade del paese in processione 13 statue raffiguranti tutti i santi presenti nelle 2 chiese: Santa Maria delle Grazie (chiesa di sopra) e San Giorgio (chiesa di sotto). Inizialmente la funzione veniva celebrata nella "chiesa di sopra" poi si usciva in processione con i santi e si raggiungeva la "chiesa di sotto" da dove partivano i restanti santi. Da anni la "chiesa di sopra" è chiusa per lavori di restauro quindi tutti i santi sono stati dislocati nella "chiesa di sotto". La processione passa per le strade del paese, raggiunti Piazza Municipio ci si ferma e avviene la tradizionale benedizione degli animali.
Approfondimenti suIle festività: Dott. Manuele - Sindaco di Civitacampomarano, +339 0874 748103, paolomanuele@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Civitacampomarano (CB)
REGIONE LOMBARDIA - PROVINCIA DI MANTOVA
COMUNE DI MOTTEGGIANA
L’Archivio Nazionale “G. Daffini” per testi da Cantastorie, unico nel suo genere, è sorto nel 1998, promosso dal Comune di Motteggiana, in collaborazione e su proposta del poeta e cantastorie locale Wainer Mazza e con la collaborazione scientifico-istituzionale del Centro di Documentazione Storica/Centro Etnografico del Comune di Ferrara. Il concorso nazionale per cantastorie si svolge da oltre 15 anni, è promosso dal comune stesso ed in occasione dell’evento vengono premiati cantastorie provenienti da tutta Italia. La manifestazione è intitolata a Giovanna Daffini, cantante popolare, voce della risaia, e si tiene la prima domenica di giugno.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Motteggiana, Via Roma 10, 0376/527043 – Referente: Simona Ferrari 0376/527043 s.ferrari@comune.motteggiana.mn.it
Con il patrocinio del Comune di Motteggiana (MN)
REGIONE CAMPANIA - PROVINCIA DI SALERNO
COMUNE DI ALTAVILLA SILENTINA
La devozione nasce nel 1799 quando la popolazione si schierò con i giacobini della repubblica partenopea e piantò nella sua piazza l'Albero della Libertà. Un gruppo di sanfedisti si prese carico di punire la ribelle cittadina. Gli abitanti ricorsero all'aiuto del Santo, la cui statua fu vestita in modo goffo e collocata in mezzo alla piazza. Tale vista provocò le risa del capo sanfedista che sparò. Il suo cannone si spezzò in tredici parti (numero del Santo), ancora oggi conservati. I presenti gridarono al miracolo: da allora ogni 13 giugno la statua entra in tutte le case del capoluogo dove per riceverlo si preparano tavolini con tovaglie di pizzo e cestini di fiori. La giornata inizia all’alba quando dalle varie contrade partono i fedeli con le "cente" (in genere tredici), ex voto a forma di barche di cera portate a spalla dai devoti.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Altavilla Salentina, Assessore all'ambiente Salvatore Arietta 0828 98380
In collaborazione con l'associazione L'Auriga Cilento (www.aurigacilentonews.blogspot.com) e l'associazione Argonauta (www.associazioneargonauta.it)
Con il patrocinio del Comune di Altavilla Salentina (SA)
REGIONE SARDEGNA - PROVINCIA DI SASSARI
COMUNE DI SEDINI
I Fuochi di San GiovanniI fuochi di San Giovanni hanno radici profonde nella tradizione contadina della Sardegna, e sono ancora vivi specie nei villaggi più piccoli della campagna sassarese.
Trovarsi intorno al fuoco nei giorni del solstizio d'estate era un momento importante per la comunità, oltre che essere un rito propiziatorio per i raccolti, in cui il fuoco metaforicamente riusciva a contrastare il male del mondo. Il fuoco poi diventava il suggello dell'amicizia con la cerimonia del salto. Nella notte magica del solstizio d’estate, tenendosi per mano, e saltando il falò per tre volte, le persone sancivano i rapporti di comare e compare, in una vicinanza in grado di durare per tutta la vita
«Si preparavano, durante il giorno, sul sagrato della Chiesa una o due cataste di legna e frasche alle quali al calar del sole veniva appiccato il fuoco. Quando le fiamme avevano raggiunto una certa vivacità, tra grida e incitamenti, i più coraggiosi invitavano amici ed amiche a farsi compari; per potersi definire tali bisognava avere il coraggio di saltare le fiamme tenendosi strettamente per mano. C’era in effetti un certo pericolo, ma poiché quelli che si accingevano al salto erano in genere molto giovani, difficilmente succedevano incidenti e non se ne ricordano a memoria d’uomo. Naturalmente questo comparaggio era sentito particolarmente dai giovani; non era raro il caso che avendo un tale dichiarato di essere compare di una persona, per chiarire il rapporto, in tono scherzoso, veniva chiesto: Compare de Sant Joan?». Beppe Sechi Coppello, nel suo Tradizioni popolari in Alghero
Informazioni e approfondimenti: Comune di Sedini, Vicesindaco Salvatore Carta 079 589209 assessori@comune.sedini.ss.it
Con il patrocinio del Comune di Sedini (SS)
Nella foto la Domus de Janas detta "de Sa Rocca" di Sedini
REGIONE CAMPANIA - PROVINCIA DI NAPOLI
COMUNE DI NOLA
La Festa dei Gigli è una festa popolare cattolica, innestata sulla tradizione delle feste pagane precristiane e poi ulteriormente elaborata, che si tiene ogni anno a Nola in occasione delle celebrazioni per il santo patrono.Si compone di una processione tradizionale e una sfilata storica. Con questo evento i Nolani celebrano il ritorno in città del vescovo Ponzio Meropio Paolino dalla prigionia ad opera dei barbari avvenuto nel 410 d.C. circa. La Domenica successiva al 22 Giugno si svolge la sfilata, configurata come processione danzante con macchine votive a spalla costituite da 8 obelischi in legno , lungo un tradizionale tracciato individuato nel nucleo più antico della cittadina. Riconosciuti nel 2013 patrimonio Immateriale per l’Umanità UNESCO.
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI BIELLA
COMUNE DI SORDEVOLO
Con il patrocinio del Comune di Sordevolo (BI)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI ISERNIA
COMUNE DI VASTOGIRARDI
Volo dell'angeloCon la denominazione "Volo dell'Angelo" si identifica un rituale che vede come "attori" dei fanciulli, che interpretano un ruolo che li rende protagonisti di una tra le più suggestive cerimonie culturali oggi presenti nella religiosità popolare italiana. Il Sacro Rito nasce nel 1911 in occasione dell'inaugurazione della nuova Chiesa di Maria SS. delle Grazie. L'Angelo viene rappresentato, nei giorni 1 e 2 luglio, sempre da una bambina, di età compresa tra i quattro e i sei anni. La fanciulla, assicurata ad uno solido cavo d'acciaio, percorre più volte, attraverso un sistema di carrucole, un tragitto di circa 40 metri ad un'altezza di pochi metri dal suolo. L'Angelo "vola" dal balcone di una casa fino alla statua della Madonna, nell'occasione esposta davanti la facciata della Chiesa.
Approfondimenti sul rituale festa: Comune +339 0865 836131, info@comune.vastogirardi.is.it
Con il Patrocinio del Comune di Vastogirardi (IS)
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI LECCE
COMUNE DI NOVOLI
"Tra il 15 e il 17 luglio di ogni anno si svolge a Novoli la Festa della Madonna del Pane. Questa festa è un evento antico della tradizione salentina, un appuntamento estivo che, secondo fonti di ricerca storica, si rinnova da più di trecento anni, in onore della Madonna, apparsa a Novoli nel 1707, dispensatrice di un pane miracoloso che salvò l’antico borgo afflitto da un’epidemia pestilenziale.La Madonna del Pane è la patrona di Novoli. "
Con il Patrocinio del Comune di Novoli (LE)
Regione Marche - Provincia di Fermo
COMUNE DI PETRITOLI
La Festa delle Cove (covoni di grano) perpetua in chiave religiosa , con cerimonie di ringraziamento alla Madonna, gli antichi riti pagani in onore di Cerere, la dea delle messi. La festa si apre con la sfilata delle “forosette”, ragazze in costume accompagnate dal suono di organetti ed altri strumenti popolari e canti di stornelli, le quali portano le “canestrelle” di grano con fiocchi e decorazioni floreali da donare alla chiesa. Segue la sfilata dei carri, sui quali viene rappresentato il ciclo vitale del grano, dalla semina alla cottura del pane e addobbati a festa dai cittadini delle varie contrade al suono della campana della Torre Civica. Il paese è inoltre abbellito dalle decorazioni artistiche realizzate dagli abitanti su questo tema nel corso dell’anno.
Approfondimenti sulla festa: Comune di Petritoli, Piazza Mazzini 22 – Referente Eraldo Baldassarri - 0734 659343 - anagrafe@petritoli.net
Con il Patrocinio del Comune di Petritoli (FM)
REGIONE LIGURIA - PROVINCIA DI IMPERIA
COMUNE DI TAGGIA
La festa "de Santa Maria Madarena du boscu ", che si svolge a Taggia in luglio, ha profonde radici che vanno oltre la già antica tradizione cristiana: la festa è nominata negli statuti di Taggia già nel 1381 ed era festeggiata in onore dell'abolizione del dazio sui vini. Solo dopo il 1716, con la nascita della confraternita dei "Maddalenanti", la festa ha assunto un carattere più religioso, con un pellegrinaggio annuale alla grotta dove, secondo la tradizione, Santa Maddalena si recò in esilio di preghiera per espiare i propri peccati giovanili. Tutto ha inizio la sera del sabato, quando i "Maddalenanti", vestiti con abiti tradizionali rossi e bianchi, a cavallo, a piedi, a dorso di mulo si recano all'eremo dove trascorrono la notte bevendo e festeggiando in allegria. Il mattino seguente si procede all'elezione del Contestabile e della Contestabile (che restano in carica un anno), i quali vengono, tra l'allegria generale, "incensati" con un ramoscello di lavanda. Successivamente, si procede al "bacio della reliquia" costituita da un grosso coperchio color nerofumo. Nel pomeriggio di domenica, i "Maddalenanti" riscendono al paese, Taggia, carichi di lavanda che lasciano a mazzetti sulla folla.
E ci si prepara al rito del Ballo della Morte, anche questo di chiara provenienza pagana. Il ballo vede protagonisti 2 uomini, uno interpreta la parte maschile e l'altro quella femminile. uno è detto "o masciu", l'altro raffigura la "Lena". La pantomima inizia con suoni e canti d'allegria in cui si mimano scene d'amore e di felicità: subito dopo la "Lena" muore. Disperato, il "masciu", nel tentativo di ridarle vita, la ricopre di lavanda. La "Lena" risorge e sulle note del canto funebre, con diverso ritmo, si celebra la resurrezione. E' un rito che richiama alla mente remotissimi significati, legati all'alternanza delle stagioni e al potere delle piante.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Taggia - Servizio Turismo, Cultura e Sport, Paola Giuliano 0184 476222-254 info@comune.taggia.im.it
Con il patrocinio del Comune di Taggia (IM)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
COMUNE DI CASTELNUOVO DON BOSCO
Processione di San Giacomo il Maggiore "Si tratta di antiche processioni e riti della religiosità popolare risalenti al '600/'700: nella frazione Mondonio San Domenico Savio si svolgono ogni anno la Processione di San Giacomo il Maggiore il 25 Luglio e la Processione di S.Maria del Rosario la seconda domenica di Ottobre.
Approfondimenti suIle processioni: Dott. Musso - Sindaco di Castelnuovo Don Bosco +339 339 3448793, gm.cd@libero.it
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI JELSI
Festa del Grano in onore di Sant'AnnaIl 26 luglio di ogni anno la comunità jelsese commemora Sant'Anna attraverso la festa del Grano che affonda le sue origini nei riti agrari dei popoli mediterranei e che ha un inizio certo risalente al terremoto del giorno di Sant'Anna del 1805. Il lavoro preparatorio, che per mesi coinvolge gran parte della cittadinanza, è lungo, meticoloso e certosino ed inizia fin dalla mietitura: momento in cui vengono selezionate le spighe più mature, più belle e più grandi che si trasformeranno in opere d’arte da portare in processione il giorno della festa di Sant'Anna. La manifestazione inizia al mattino presto, allorquando i partecipanti arrivano in paese con i propri carichi di grano. Ininterrottamente per circa due secoli in occasione della Festa i contadini jelsesi hanno portato in sfilata carri votivi ricolmi di grano trasportati dai buoi, che portano il nome di "traglie" (mezzi di trasporto in legno a forma di slitte utilizzati in passato dai contadini nelle campagne).
Oggi, assieme alle "traglie" sfilano lungo il corso principale del paese tanti altri carri che mostrano lavorazioni allegoriche realizzate tutte con il grano in una evoluzione di forme e contenuti rispetto all'offerta devozionale originaria.
Approfondimenti suIla tradizionale festa: Comune +339 0874 710134, info@comune.jelsi.cb.it, www.comune.jelsi.cb.it - www.festadelgranojelsi.it - Dott. Antonio Valiante +339 338 8281359 - Feliciano Antedomenico, Presidente del Comitato Festa del Grano +339 339 8797373
Con il Patrocinio del Comune di Jelsi (CB)
REGIONE CALABRIA - PROVINCIA DI COSENZA
COMUNE DI VACCARIZZO ALBANESE
Rassegna del Costume Arbëreshë. Suoni di minoranzaGli arbëreshë sono una minoranza etno-linguistica stanziatasi storicamente in Italia nelle regioni della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Abruzzo, tra il XV e il XVIII secolo proveniente dall'Albania e da comunità albanofone della Grecia in seguito alla conquista progressiva dell'Albania e di tutto l'Impero Bizantino da parte dei turchi ottomani
La rassegna, trentennale, mira a salvaguardare la tradizione culturale arbëresh anche attraverso il confronto con le altre culture di minoranza con una serie di convegni, mostre, incontri performativi nel centro storico cittadino.
Particolare rilievo viene dato nell’ambito della manifestazioni alla rassegna del costume, per il quale esiste un museo dedicato. Una serie di concerti tematici, presso l'Anfiteatro "Eco d'Acque", propone annualmente un incontro/scambio con le culture musicali delle altre minoranze mediterranee.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Vaccarizzo Albanese, Sindaco Aldo Marino 098 384010 sindaco@comune.vaccarizzoalbanese.cs.it
Con il patrocinio del Comune di Vaccarizzo Albanese (CS)
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI FOGGIA
COMUNE DI APRICENA
I TuselliNotte tra 14 e 15 agosto
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
COMUNE DI CASTELNUOVO DON BOSCO
"Si tratta di antiche processioni e riti della religiosità popolare risalenti al '600/'700: nella frazione Mondonio San Domenico Savio si svolgono ogni anno la Processione di San Giacomo il Maggiore il 25 Luglio e la Processione di S.Maria del Rosario la seconda domenica di Ottobre.
Approfondimenti suIle processioni: Dott. Musso - Sindaco di Castelnuovo Don Bosco +339 339 3448793, gm.cd@libero.it
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DEL VERBANO - CUSIO - OSSOLA
COMUNE DI MERGOZZO
I “Ginostri" di MergozzoREGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI FOGGIA
COMUNE DI SAN MARCO LA CATOLA
A San Marco la Catola il 20 agosto di ogni anno si svolge un antico gioco cavalleresco: la giostra della Jaletta (I joc da Jalètt). Si tratta di un torneo equestre che secondo la tradizione risalirebbe al periodo medievale e si sviluppa attorno ad una tinozza di legno a doghe con al di sotto una fessura ad anello: jaletta. Per l’occasione si affrontano 4 cavalieri per ognuno dei 7 rioni nel tentativo di infilare la verga (in dialetto “a vérja”) nella fessura posta sotto la jaletta, che, riempita d’acqua, è appesa ad una fune tra due balconi. In senso antropologico teorie autorevoli ravvisano in questo e giochi analoghi un significato recondito legato alla fecondità ed alla procreazione.
Informazioni e approfondimenti: Comune di San Marco La Catola, Vicesindaco dott. Pierluigi Piacquadio, tel. 0881-556016, giunta@comune.sanmarcolacatola.fg.it
In collaborazione con l’associazione “Giostra della Jaletta”, Gerardo Fascia 347/8352666
Con il patrocinio del Comune di San Marco la Catola (FG)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI MAGLIONE
Le matarille e le alabardeTerza domenica di settembre
"Le matarille si possono considerare oggetti di culto cristiano stabilmente inseriti in un preciso rituale liturgico. Risalirebbero agli alberi di maggio, "i maggi", e a strutture simili, molto diffuse in buona parte dell'Europa come oggetti al centro di feste di inizio anno o di un ciclo stagionale tese a celebrare e favorire raccolti annuali e passate poi progressivamente in rituali cristiani come le feste patronali.
A Maglione, durante la festa patronale dedicata a San Maurizio (terza domenica di settembre), le matarille sono portate in processione da otto "mate" ovvero otto fanciulle nubili accompagnate da otto ragazzi, gli alabardieri."
Approfondimenti sulle matarille e le alabarde di Maglione: clicca qui
REGIONE LAZIO - PROVINCIA DI RIETI
COMUNE DI BORBONA
Il canto a braccio è un'arte che nasce dalle usanze dei pastori e dei contadini, tipica di molte regioni del centro Italia d'Italia e realizzata con diverse sfumature, particolarmente sentita nell’alta valle del Velino. Alcuni pastori, conoscevano a memoria i versi dei poemi classici cavallereschi come ”Orlando Furioso” o “Gerusalemme Liberata” , tramandati prevalentemente per mezzo della trasmissione orale. Nel passato presero così vita vere e proprie sfide , le "tenzoni" , in cui i poeti-pastori utilizzavano la stessa metrica dei grandi classici, cioè l'ottava rima in versi endecasillabi, di cui sei in rima alternata e le ultime due in rima baciata, cantata senza accompagnamento, ovvero a cappella, caratterizzata da toni sarcastici ed intenti satirici. Questa antica consuetudine viene tramandata con l'obbligo , per ciascun poeta, di iniziare il proprio canto usando un verso che faccia rima con l'ultimo verso cantato dal poeta antagonista.
II "Festival Regionale di Canto a Braccio" di Borbona , nato del 2006, ripropone questa antica pratica poetica con un evento che si realizza in un fine settimana di settembre , avvalendosi anche delle esibizioni di ospiti provenienti da altre regioni a dare testimonianza con l'uso dei rispettivi dialetti.
Per Informazioni e approfondimenti: Comune di Borbona, Via Nicola da Borbona 12 - referente Sindaco dott.ssa Maria Antonietta Di Gaspare - 0746/940037 - borbona@comune.borbona.rieti.it; cantoabraccio@aruba.it
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI PIOBESI TORINESE
Sagra del pane"Il Comune di Piobesi Torinese entra in Rete con una Festa di Comunità dedicata al Pane. Durante le giornate viene anche offerta la possibilità di conoscere, tra gli altri prodotti, il dolce Cariton: questo nome è ben noto ai nativi e a chi risiede nei nostri territori da più tempo. È un termine che affonda le sue radici nelle nostre tradizioni rurali, abbinato (con alcune varianti nel nome) al dolce anticipatore del tradizionale panettone natalizio nelle nostre campagne. Veniva confezionato con gli avanzi della pasta preparata per il pane, un poco di zucchero, uva, uva fragola. Gli acini interi, inseriti nell'impasto, conferiscono alla fetta appena tagliata una colorazione vivace e caratteristica."
Approfondimenti sulla Sagra del pane: Comune di Piobesi Torinese +339 011 9657083 - +339 011 9657846 - +339 393 9220708, www.comune.piobesi.to.it
Con il Patrocinio del Comune di Piobesi Torinese (TO)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI BIELLA
CITTA' DI CANDELO
Con il Patrocinio del Comune di Candelo (BI)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
COMUNE DI CASTELNUOVO DON BOSCO
"Si tratta di antiche processioni e riti della religiosità popolare risalenti al '600/'700: nella frazione Mondonio San Domenico Savio si svolgono ogni anno la Processione di San Giacomo il Maggiore il 25 Luglio e la Processione di S.Maria del Rosario la seconda domenica di Ottobre.
Foto d'epoca gentilmente concessa da Franco Correggia e M.Luisa Garesio
Con il Patrocinio del Comune di Castelnuovo Don Bosco (AT)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI MONCALIERI
Approfondimenti sulla Fera dij Subiet: Pro Loco di Moncalieri +339 011 6407428 - +339 011 640 7685, prolocomoncalieri@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Moncalieri (TO)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI NOMAGLIO
L’Amministrazione comunale di Nomaglio ha avviato dal 1996 un progetto mirante al recupero ed alla valorizzazione delle testimonianze di cultura materiale presenti sul territorio. Da questo progetto nasce l’Ecomuseo dedicato alla coltura del castagno da frutto, che nelle zone montane fu per secoli un vero e proprio “albero del pane”, dal quale si ricavò ogni possibile beneficio. Il paese, i boschi, i castagneti, le mulattiere, l’essicatoio, il mulino, sono i tasselli di uno specchio in cui la comunità di Nomaglio si riflette per riconoscersi, per cercare i valori che l’hanno fondata e dallo specchio, sulla base dei valori fondanti, si proietta nel futuro.
Tra le tante attività organizzate dall'Ecomuseo annualmente vi è la Sagra della castagna, che si svolge la terza domenica di ottobre.
Approfondimenti sull'Ecomuseo della Castagna: Comune di Nomaglio +339 012 5790158, nomaglio@reteunitaria.piemonte.it
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI FOGGIA
COMUNE DI ORSARA DI PUGLIA
Fucacoste e Cocce Priatorje1 e 2 novembre
La tradizione interessa il paese ogni anno per tutta la giornata del 1° novembre e si estende fino alla notte tra l'1 e il 2: la notte dei falò e delle teste del purgatorio, questo il significato di Fucacoste e Cocce Priatorje. In tutte le vie del paese c’è un covone che arde e delle zucche antropomorfe appese. Non si tratta di Halloween, ma di un evento che mette in evidenza il ricordo dei defunti. Elemento caratterizzante è la ginestra, arbusto che in fiamme si volatilizza facilmente, simboleggiando il legame cielo-terra ai nostri occhi. E’ convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore terrene, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. La zucca accesa avrebbe indicato al defunto la casa dove era vissuto. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici.
Approfondimenti suIla tradizione dei Fucacoste e delle Cocce Priatorje: Comune di Orsara +339 0881 964013, numero verde 800 106 822, Prof. Antonio Casoria - Presidente Pro Loco +339 349 4791034, Prof Rocco Dedda - Vicesindaco rocco.dedda@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Orsara di Puglia (FG)
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI ISERNIA
COMUNE DI CHIAUCI
L'11 novembre è commemorato S. Martino a cui si attribuisce il patronato dei cornuti per il fatto che nel giorno della sua ricorrenza si svolgeva la più importante fiera degli animali con le corna. In questo giorno i ragazzini allestiscono un fantoccio imbottendolo di paglia ed alla sua sommità issano una zucca che, svuotata, viene seghettata per la bocca, il naso e gli occhi, in modo da sembrare una testa di morto in cui si posiziona un lumino che la fa sembrare una testa di fantasma o di un mostro. Intorno a questo fantoccio si accende un falò e si sviluppano una serie di attività (sfottò, canti, chiacchie) ed alla fine il fantoccio viene bruciato e con le zucche si prepara una saporita pietanza fatta di zucca, patate e pancetta.
Approfondimenti sulla tradizionale festa: Clicca qui
Con il Patrocinio del Comune di Chiauci (IS)
REGIONE TOSCANA - PROVINCIA DI GROSSETO
COMUNE DI ROCCALBEGNA
La Focarazza ha luogo a Santa Caterina la sera del 24 novembre, alla vigilia del "compleanno" di Santa Caterina d'Alessandria. La mattina presto gli uomini si recano nel bosco a tagliare la pianta prescelta ed alla sera avviena la benedizione da parte del parroco di una normale catasta di fascine e legna in mezzo alla quale è conficcato un lungo palo di cerro, il cosiddetto "stollo". Al termine della cerimonia religiosa si appicca il fuoco alla catasta, quando il fuoco diminuisce d'intensità entrano in azione gli uomini di Santa Caterina, divisi in gruppi a seconda della contrada d’appartenenza. Ogni partecipante s' impegna, in una sorta di ancestrale rito purificatore, a sfidare il calore e il fumo per tentare di impadronirsi dello "stollo" e portarlo nel proprio rione. Infine il tronco viene tagliato in tanti pezzi quanti sono stati i partecipanti ed in seguito ogni pezzo verrà messo a bruciare nel caminetto di casa. Quando le fiamme lo avranno del tutto consumato si prenderanno le ceneri da dispedere nei campi e negli orti quale auspicio per una fertile stagione agricola.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Roccalbegna, Assessore alla Cultura Alessandra Benocci, tel. 0564 989032, comune.roccalbegna@postacert.toscana.it
Con il patrocinio del Comune di Roccalbegna (GR)
REGIONE VENETO - PROVINCIA DI VICENZA
COMUNE DI THIENE
La Nina è un'antica tradizione della città di Thiene. Il termine indica il canto eseguito in occasione della novena natalizia (detto anche la Canta nel senso di una cantata collettiva) . È un'espressione popolare autentica, le cui origini risalgono al XIV° secolo. La sera della vigilia di Natale tutti i gruppi delle diverse contrade cittadine si ritrovano nella piazza principale, con l’evento finale della “Nina gigante”. Anticamente la si cantava per nove sere consecutive.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Thiene, piazza A. Ferrarin 1 – Referente dr.ssa Maria Rosa Cappozzo, Ufficio Relazioni con il Pubblico - Servizio di staff del Sindaco - 0445 804921 - cappozzo.m@comune.thiene.vi.it, info@comune.thiene.vi.it
REGIONE BASILICATA - PROVINCIA DI POTENZA
COMUNE DI ALBANO DI LUCANIA
Museo Interattivo del Giocattolo Povero
Il Museo Interattivo del Giocattolo Povero e del Gioco di strada, detto anche Museo del Giocattolo Povero e del Gioco di strada è stato creato dalla collaborazione tra il locale Istituto Scolastico ed il Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Didattiche dell’Università di Bari. L’allestimento è stato curato da Donato Allegretti, insegnante in pensione originario di Albano di Lucania,
Il progetto museale ha come obiettivi la ricerca, la documentazione e la valorizzazione del patrimonio ludico tradizionale, soprattutto attraverso il recupero e la conservazione dei giocattoli popolari e tradizionali, dei giocattoli poveri e dei giochi di strada, destinati altrimenti a scomparire. La raccolta è costituita, principalmente,da una collezione d’arte contemporanea sul tema del gioco, con oltre 250 opere di varie tendenze tra dipinti, sculture, grafiche, collages e tecniche miste.
Informazioni e approfondimenti: Rocco Adamo - Tel. 0971984006 – fax 0971984182 amministrazione@comune.albanodilucania.pz.it. Referente Museo A.R.C.A. Giò: prof. Donato Allegretti - 099 334232 - 347 5327799 donatoallegretti@virgilio.it, www.museogiocattolopovero.it
Con il patrocinio del Comune di Albano di Lucania (PZ)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI CONDOVE
Il museo etnografico “La ghindana”
Il museo etnografico “La ghindana”, che trae il suo nome dal vicolo traverso in cui è posto, di frazione Mocchie offre un patrimonio rappresentativo della società montana residente nel Vallone del Gravio, posto in un’ importante area tra Italia e Francia. La raccolta di attrezzature d’epoca è specializzata sull’attività lattiero-casearia e la cultura d'alpeggio e considera inoltre l’attività estrattivo-mineraria prsente sin dal XIV° secolo e la tessitura della canapa, ma non mancano gli oggetti della vita quotidiana e casalinga.
Per informazioni: Comune di Condove, sindaco Emanuela Sarti 011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it
REGIONE LIGURIA - PROVINCIA DI SAVONA
COMUNE DI NOLI
La piccola pesca tradizionale professionale
La pesca tradizionale di Noli è stata per secoli il principale motore economico nolese tanto che già negli statuti comunali veniva regolata l'attribuzione annuale delle zone di pesca. Nel XIX secolo in particolare la pesca divenne il motore dell'economia cittadina su cui fiorì anche il lavoro femminile attraverso la vendita diretta del pesce portato fino in Piemonte. Oggi l'attività è garantita dalla cooperativa esistente ma vi sono problemi sia nell'uso della rete a sciabica con pesca da terra per cui occorre ottenere la deroga comunitaria che sulla pesca del cicciarello,che è momentaneamente soggetto a verifica comunitaria sui quantitativi pescabili.
La piccola pesca tradizionale nolese è parte integrante del progetto del Museo Civico Diffuso di Noli a cura del il Comune di Noli.
Con il Patrocinio del Comune di Noli (SV)
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO
CITTA' DI TORINO
Giochi e giocattoli della tradizione popolare di Iter - Centro per la Cultura Ludica
La collezione raccoglie e presenta più di 2000 giocattoli e modi di giocare della tradizione italiana e del mondo, presentati in un percorso espositivo che si espande in settori di approfondimento specifici. La costante che accomuna la collezione e il lavoro degli opertaori è l'impegno nella reinvenzione, per rendere i giochi attuali oggi come ieri.