I Martiri della legione tebea e le feste di fine autunno

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Nella foto l'uscita delle Matarille, a Maglione (TO) Nella foto l'uscita delle Matarille, a Maglione (TO)

Nel mese di settembre, nell’ambito delle feste patronali, si festeggia la maggior parte  dei santi che potrebbero aver costituito la leggendaria  legione tebea. Questa coorte romana,  interamente formata da cristiani egiziani e che prestava servizio ai confini orientali dell'impero, venne decimata per ordine di Massimiano, al tempo  generale e successivamente imperatore,  nel III° secolo d.C., in quanto i suoi componenti (6.600 uomini al comando di san Maurizio) si erano rifiutati di giustiziare alcuni cristiani del Vallese, in Svizzera.

Da due soli santi inizialmente noti  e scampati all'eccidio, nel corso degli anni il numero delle personalità legate a tale leggenda è salito fino a quattrocento circa. Le contestazioni sulla veridicità storica  della legione tebea, mosse da alcuni intellettuali e studiosi nel corso dei secoli , da Voltaire sino ai nostri giorni,  non hanno evidentemente influito sulla  religiosità popolare,  la quale ha contribuito a caratterizzare capillarmente la toponomastica,  soprattutto delle aree alpine, tra Italia, Francia e Svizzera.  Sul versante italiano le tracce si trovano soprattutto a nord-ovest, dove  zone anche piuttosto impervie sono stati elette  a luogo di culto dei martiri tebani e sacralizzate dalla costruzione di santuari, meta annuale di processioni imponenti. San Maurizio, in modo particolare,  come comandante della legione, oltre ad una serie di ordini cavallereschi, dà il suo nome a centinaia di località europee e ad alcune anche negli Stati Uniti.

L’iconografia  è solita presentarli con tutti gli attributi tipici dei soldati martiri: la palma del martirio, la spada, lo stendardo con croce rossa in campo bianco e la Croce Mauriziana, cioè trilobata, sul petto. Spesso possono essere raffigurati con la carnagione scura, a ricordo della loro provenienza dal continente africano, e talvolta in posa equestre.

In Piemonte, pressochè in tutte le province, da Sant’Albano a San Besso, da San Candido a San Chiaffredo, da San Costanzo a San Defendente, a San Magno numerosissime sono le feste, durante le quali, insiema  a processioni solenni, si tengono cerimonie di  affidamento al santo patrono  degli animali domestici, a sottolineare   l’importanza di riti protettivi indispensabili alla fortuna ed alla continuità delle singole famiglie e della comunità. A Torino sono seppellite, nella Chiesa dei Santi Martiri, le spoglie di Solutore, Avventore e Massimo, quest’ultimo primo vescovo della città subalpina, mentre nel  Duomo si trovano i resti  di  San Secondo, anche patrono della Città di Asti.

Nel Comune di Maglione,  in provincia di Torino, in occasione della festa patronale di San Maurizio, la terza domenica di settembre, vengono portate in processione da otto ragazze (nel dialetto locale, le “mate”)le matarille , copricapi di forma piramidale, ricoperti di fiori ed arricchiti con nastri multicolori, scortate da otto ragazzi muniti di alabarde anch’esse infiocchettate, creando un momento evocativo in cui convivono esperienze simboliche pagane con altre di tradizione cristiana, con riferimento ai riti propiziatori di fertilità legati ai culti arborei.

Il Comune di Maglione con la processione delle “Matarille e Alabarde” aderisce al progetto sui Patrimoni Culturali della Rete Italiana di Cultura Popolare

 

 

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