I Riti del Maggio, dal 30 aprile al 1 maggio

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I celebri studiosi  di etno-antropologia, James Frazer  ne "Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione” e  Mircea Eliade ne “Il mito dell’eterno ritorno”, fanno risalire l'origine dei culti arborei diffusi in tutta Europa nel periodo dell’equinozio di primavera  a tempi antichissimi. Dalla  la festa di Beltane (fuoco luminoso) di matrice celtica  ai   riti celebrati nelle  più lontane terre del Nord-Europa, le feste del Maggio  si svolgevano, e ancor oggi vengono celebrate in  vaste aree del Vecchio Continente , con il  taglio dell’albero, collocato al centro del villaggio, adornato da giovani donne  con nastri, fiori, gusci d’uovo e  considerato come perno centrale per le danze.

In diversi Paesi è conservata l’usanza di eleggere il Re e la Regina di Maggio, a rappresentare l’unione cosmica tra Cielo e Terra . Nel remoto  passato essi costituivano l’espressione  dei riti di fecondità. Un aspetto comune a molte civilta  faceva sì che  il  Re o il  Sacerdote del dio o l’eroe divinizzato,    potessero essere  uccisi  al culmine della loro potenza,   per consentire la rinascita  in una forma più incontaminata e vitale, così come veniva abbattuto  lo “spirito arboreo”  nel  pieno del suo vigore.

 In Italia ancora oggi molte sono le feste, celebrate con  canti e poesie, dedicate al Maggio, durante le quali  l’albero rituale viene collocato nell’area più frequentata dalla comunità , in alcuni casi nella versione di  albero   della  cuccagna, simbolo  di abbondanza. Emblemi  della rinascita primaverile sono  in particolare  l’ ontano  e il  maggiociondolo, ma vi è anche un grande impiego di  fiori, specialmente viole e  rose  con cui i partecipanti si ornano e che vengono citati nelle strofe musicate,  appositamente composte per l’occasione.

In Piemonte, a Bajo Dora (TO),  viene riproposta la tradizione del Piantar ël macc” (Piantare il maggio), in occasione della quale,  nelle serate del 30 aprile e 1° maggio si rinnova la tradizione  della “Festa del canto spontaneo: A gnir cantar cun gnét suta la piënta”  (Venite a cantare con noi sotto l’albero). 

Nell’area delle 4 province (Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza), si tiene il Cantamaggio, strettamente legato alle questue, tra le quali  la galeina griza  (gallina grigia) in Val  Tidone e il  Carlin di maggio (o Santa croce) in Val Trebbia.

Tra le  province della Montagna pistoiese, l’antica tradizione di canti, solitamente in forma di sonetti, stornelli e ottave rime, sono stati oggetto di raccolta e studio , tra l’800 e il ‘900,  da parte di letterati e ricercatori come  lo scrittore Niccolò Tommaseo ,  il filologo Michele Barbi, il sociologo Sergio Gargini  e l’etnomusicologa Caterina Bueno e   il Calendimaggio viene celebrato in modo itinerante lungo paesi come Popiglio, Piteccio, Campo Tizzoro, Bardalone, Montagnana, Prataccio ed altri.  Dagli anni ’80 autori  e musicisti come Maurizio Geri e Riccardo Tesi, hanno lavorato su questi canti dando vita  a Festival musicali di  rilievo.

Tuttavia non solo il simbolo arboreo caratterizza la celebrazione del risveglio della natura.

A Cocullo (AQ) il 1° maggio, si rinnova ogni anno la processione dei “serpari” in onore del patrono San Domenico Abate. Alcuni studiosi attribuirebbero a  questa festa la cristianizzazione di un antico rito pagano: il culto alla dea Angiziaadorata dai Marsi, l'antica popolazione dell'Abruzzo, dispensatrice di arti curative  e protettrice dai veleni

San Domenico, originario di Foligno, visse a cavallo dell’anno mille e a  Cocullo vengono custodite alcune reliquie, tra cui un molare.  Diversi sono i patronati che gli vengono attribuiti: la difesa contro le odontalgie e  le morsicature di serpenti . La prima fase della festa consiste nella ricerca e nella cattura dei serpentinon velenosi, che vanno  a ricoprire la statua del santo. Vincere la paura dei serpenti simboleggia in un certo senso superare ed affrontare con coraggio le avversità della vita e  San Domenico potrebbe quindi rappresentare una figura che determina una salvazione di carattere universale contro i mali del mondo.

Al termine della festa i rettili vengono riportati nel loro habitat naturale.

Posizione

67030 Cocullo AQ, Italia

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