La Gierusalemme Libberata de lo sio Torquato Tasso

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LA GIERUSALEMME LIBBERATA DE LO SIO TORQUATO TASSO VOTATA A LENGUA NAPOLETANA DA GABRIELE FASANO

L’opera, curata  da Fasano con tre note introduttive e stampata nel 1689 per i tipi del Raillard, si qualifica come un’edizione di lusso, illustrata da venti figure, una per ogni canto, incise in rame, che si riferiscono al tema in ciascuno trattato. Nel 1706 Lo Tasso napoletano ebbe una seconda edizione, a cura di Michele Luigi Muzio, dedicata alla duchessa di Laurenzano, Aurora Sanseverino, senza il testo italiano e con semplificazione dell'ortografia e di due ottave e senza la spiegazione delle voci. Nel 1720 ci fu un’altra edizione, simile alla prima, stampata da Francesco Ricciardi. Una nuova edizione si ebbe nel 1786 ad opera del Porcelli e nel 1835 la Società Filomatica la stampò in due volumi. L’ultima edizione è del 1983, curata da Aniello Fratta con introduzione di M. Montanelli e con versione italiana in calce.

 

FASANO Gabriele

Nacque a Solofra (odierna  prov. di Avellino) nel 1645. Nulla si sa del suo corso di studi. Si sa invece per certo che svolse la redditizia attività di mercante di seta, che acquistava presso gli allora rinomati opifici di Cava dei Tirreni e della costiera amalfitana per rivenderla nelle varie regioni italiane. I viaggi connessi alla sua attività gli consentirono contatti con diversi ambienti culturali, primo fra tutti quello toscano. Nei circoli culturali fu introdotto dal celebre avvocato napoletano Francesco D'Andrea, cui lo legò lunga amicizia, consolidata dai frequanti viaggi compiuti assieme. Durante un viaggio svolto a Firenze nel dicembre 1671-gennaio 1672 ebbe modo di leggere una delle prime redazioni del Bacco in Toscana di F. Redi. In tale occasione finse di offendersi dell'esclusione dei vini napoletani e lanciò la sfida: "Voglio fa' veni' Bacco a Posileco e le voglio fa' vede' che differenza nc'è tra li vini nuostri e li pisciazzielle de Toscana", annunciando la composizione, non realizzata, di un “Bacco a Posileco”.

 Nel 1689  Fasano  diede alle stampe Lo Tasso napoletano: zoè la Gierosalemme libberata de lo sio' Torquato Tasso votata a llengua nosta da Grabiele Fasano de sta cetate, e dda lo stisso appresentata a la Ilostrissema nobeltà nnapoletana.

La traduzione fasaniana (la prima in dialetto napoletano ad avere un'edizione di lusso, impressa da Giacomo Raillard in folio, con venti preziose incisioni, grazie al finanziamento di aristocratici napoletani) s'inserisce nel vasto filone secentesco, cui particolarmente contribuirono autori napoletani, di quella che Croce chiamava "letteratura dialettale riflessa o d'arte", una letteratura che non rappresenta la consacrazione letteraria di una spontanea tradizione popolare bensì un atteggiamento colto e curioso, che muove dalla tradizione toscana non per polemico antagonismo ma per una complessa esigenza di dilatazione delle possibilità espressive della lingua scritta: audacia lessicale e metaforica ansia dell'inedito e dello stupefacente.

Il pregio originale dell'opera è l'essere una sorta di enciclopedia della napoletanità festosa e popolaresca; le similitudini del testo e gli aneddoti delle note portano sulla pagina luoghi, personaggi, ricette gastronomiche, proverbi, giochi di strada.

Negli ultimi anni, prima della morte sopraggiunta a Vietri sul Mare, Fasano  visse a Napoli nel vico Severini.

Posizione

Napoli, Italia

Información adicional

  • Sottotitolo: Votata a Lengua Napoletana da Gabriele Fasano
  • Autore principale: Torquato Tasso
  • Autore secondario: Gabriele Fasano
  • Luogo di pubblicazione: Napoli
  • Editore: Michele Luigi Muzio
  • Data di pubblicazione: 1706
  • Lingua/Dialetto: napoletano
  • Livello bibliografico: monografia
  • Tipo di documento: testo a stampa

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