Parole e cose della Val Cavargna, I vocaboli della lavorazione del latte e della lana

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Introduzione

Giulia Caminada

Credo che siamo sempre alla caccia di qualcosa di nascosto o di solo potenziale o ipotetico, di cui seguiamo le tracce che affiorano alla superficie del suolo. Italo Calvino, Lezioni americane

Il Glossario nasce dalle osservazioni che ho fatto in Val Cavargna nell’arco di due anni e mezzo, dalla primavera del 2006 all’autunno del 2008. Sono stata accolta in Valle attraverso la mediazione di Gloria Mancassola del Gruppo Folclorico Val Cavargna di San Bartolomeo e di Giorgio Grandi direttore del Museo della Valle di Cavargna, due persone che godono della fiducia della popolazione del luogo e che conoscono la Val Cavargna in profondità. Da parte mia mi sono presentata alla comunità rivelando il mio scopo conoscitivo ma volevo che gli informatori capissero il mio genuino interesse per la cultura in studio. Sin dall’inizio il gruppo degli informatori sapeva chi ero e qual era il fine della mia ricerca: ricostruire dal punto di vista linguistico e ergologico le tecniche di lavorazione del latte e della lana in Valle. Ho instaurato così le prime relazioni con Andrea, Margherita, Maria Curti, Maria Curti Pimpi, Carmelina di San Bartolomeo e Rosanna di Cavargna e il fatto che la mia identità e finalità fossero esplicite mi ha permesso di accostarmi ai diversi ruoli, di avere la possibilità di movimento sul campo, di realizzare interviste formali anche con registratore senza destare sospetti. Nella consapevolezza che le persone modificano il loro comportamento quando sanno di essere osservate anche se il problema si riduce con il passare del tempo, quando la presenza del ricercatore diventa più familiare. Inoltre, la consapevolezza è che la comprensione è sempre parziale in quanto il ricercatore è in grado di osservare gli eventi, ma non può sempre condividere le sensazioni e il punto di vista dei nativi. Gli incontri in Val Cavargna con piccoli gruppi di abitanti di San Bartolomeo e di Cavargna mi hanno così permesso di essere accolta nel mondo culturale e linguistico della Valle. La ricerca è stata preceduta da uno spoglio delle pubblicazioni scientifiche e della documentazione che potessero dare informazioni sull'oggetto di studio. Durante la ricerca ho utilizzato l’osservazione e l’intervista e ho acquisito dati sotto forma di registrazioni, appunti, raccolta di oggetti materiali. Sin dall’inizio ero attenta a un’analisi approfondita dell’ipotesi di ricerca, con l’intenzione di fare una descrizione piuttosto ampia della cultura del latte e della lana in Val Cavargna, per riuscire a restituirne una visione d’insieme. Poco alla volta però il cono di luce si è indirizzato a un’osservazione più specifica e dettagliata con l’intenzione di approfondire i temi, di tratteggiare miniature esperienziali che in fondo corrispondono a narrazioni. In seguito sono passata a costruire dei documenti di sintesi volti alla realizzazione dei contenuti del DVD e al Glossario. Ero molto attenta anche a cercare di percepire i commenti resi spontaneamente dagli abitanti, piuttosto che sollecitati, circa le mie modalità di osservazione e sull’interpretazione della cultura che andavo elaborando. Questo mi ha permesso di verificare le procedure osservative di cui mi servivo e le interpretazioni della cultura cui pervenivo. Volevo che la mia osservazione non fosse soltanto vedere o ascoltare, ma il tentativo di immergersi in un contesto naturale e imparare impiegando le risorse del dialogo e della partecipazione. L’osservazione è stata accompagnata alla tecnica dell’intervista in piccolo gruppo. Fra i parametri che ho considerato per l’inchiesta uno è quello di rappresentare l’area almeno due punti distinti; in particolare sono stati coinvolti alcuni abitanti di San Bartolomeo e di Cavargna. Per le tematiche indicate ho posto attenzione per il latte alla raccolta di tecniche e modi di lavorazione, alla nomenclatura degli oggetti utilizzati, alle testimonianze culturali (leggende e tradizioni) legate all’argomento, ad eventuali proverbi, paragoni standardizzati, gerghi o usi gergali. Per quanto riguarda la lana alla diffusione di tipologie di abbigliamento – sia maschile che femminile - per i giorni lavorativi e di festa, alle tecniche e ai modi di produzione della materia prima e dei capi di abbigliamento, alla nomenclatura del vestiario nel suo complesso, alle testimonianze culturali (leggende e tradizioni) legate all’argomento, a eventuali proverbi, paragoni standardizzati, gerghi o usi gergali. Ne è fuoriuscito così un’approfondimento delle tecniche ergologiche di cui si parla nei filmati che ha lo scopo di presentare un insieme di tratti generali volti alla conoscenza della lavorazione del latte e della lana in Val Cavargna, com’era in uso fino a tutto il Novecento. Ecco perché nel Glossario non si è voluto proporre soltanto una serie di lemmi. Il Glossario, quindi, è il tentativo di costruire un «sapere locale» in una continua tensione tra coinvolgimento e distacco, attraverso l’accesso alla comunità e il lavoro sul campo. Non semplicemente una faccenda di osservazione, ascolto e riporto, ma l’esercizio – spesso difficile – della scelta: la selezione all’interno di un insieme infinito di asserti descrittivi di un sottoinsieme di asserti rilevanti. Per questo fondamentale è la messa a fuoco degli aspetti specifici che si vogliono studiare con l’obiettivo, poi, di ricostruire la «sceneggiatura», la scena culturale cui si assiste e il processo attraverso il quale ne ha fatto esperienza. Di fare miniature. La miniatura è per tradizione la forma rappresentativa con cui si esprime l’artista “minore” ma è anche un modo, seppur rimpicciolito, che ci rinvia l’impressione di trovarci di fronte ad un sistema complesso, ordinato attentamente, dal quale traspaiono sensi e significati racchiusi in uno spazio micro. Inoltre ci invita a entrare in una storia, dove gli oggetti e i soggetti che ne fanno parte stabiliscono fra loro una connessione. Uno schizzo che porta la mano dell’autore ma che vuole trasmettere una sintesi simbolica della realtà. 

A

adès avv. adesso.

agher s.m. acero.

agher agg. agro.

an s.m. anno.

alastic agg. elastico.

albi s.m.trogolo.

alp s.m. alpe, alpeggio.

alpè s.m. alpigiano.

alter agg. altro.

amò avv.ancora.

anca cong. anche.

anghèl s.m. agnello.

aqua s.f. acqua.

arisc s.m. riccio di castagna (da mettere come filtro nel colino).

arma s.f. nocciolo, armellina.

ascia s.f. matassa.

aspa s.f. arcolaio.

ass s.m. asse.

atum s.m. attimo.

autun s.m.autunno.

avost s.m. agosto.

B

baldo s.m. secchio zincato detto così dai moncèc. Vedi sèdela, zingola.

balz s.m. cerchio allargabile di legno utilizzato per dare forma alla pasta di formaggio. Vedi fasèra.

banca s.f. panca.

banca di scartasc s.f. panca degli scardassi.

barc s.m. recinto.

bàsia s.f. piatto di legno piano.

baston s.m. bastone.

bec s.m.caprone.

ben s.m. bene.

bërzév s.m.mangiatoia.

bév v. bere.

bianc agg. bianco.

biav s.f. biada, cereali per animali.

bidón s.m. bidone.

boascia s.f. sterco bovino.

braga s.f. pantaloni.

brénta s.f. brenta.

bretta s.f. berretto di lana fatto a mano.

brustia s.f.brusca.

brustià v. spazzolare.

bucìns.m. capretto.

butada s.f. germoglio.

butér s.m. burro.

C

ca s.f. casa.

calà v.diminuire.

calcagn s.m.calcagno.

caldéra s.f. caldaia.

calé s.m. triangolo della calza sul calcagno (detto a San Bartolomeo). Vedi cugnèl.

calza s.f. calza.

camin s.m.camino.

camìsa s.f. camicia.

campana s.f. campana.

canapa s.f.canapa.

cantina s.f.cantina.

capel s.m. cappello.

capela dla soleta s.f.punta della calza.

capin s.m. uncino.

cargà v. caricare.

cargà i alp v. salire agli alpeggi.

casè s.m. casaro.

casèl s.m.casello, cantina in sasso per il deposito del latte e l’affioramento della panna, con la presenza di acqua.

cassinòt s.m. cantina in sasso per la stagionatura, senza la presenza di acqua.

castan s.m. castagno.

cavra s.f. capra.

cazza s.f. mestolo grande.

cazzin s.m. mestolo piccolo.

cazzina s.f. schiumarola.

cëmè avv.come.

cent agg.cento.

ciamà v. chiamare.

cimò s.m. collare per le bestie.

ciudìn s.m. chiodino.

col s.m. collo.

col s.m. colino. Vedi drizzó, sculìn.

colà v. colare.

colà l lacc v. colare il latte, filtrare.

coló s.m. colore.

colóbia s.f. acqua di scarto della lavatura delle stoviglie di uso domestico.

cóngas.f. conca.

coràm s.m. cuoio.

coregia s.f. cintura.

cova s.f. coda.

covercc s.m. coperchio.

coverta s.f. coperte.

cres v. aumentare.

cruscé s.m. uncinetto.

cucà v. tosare.

cugià s.m. cucchiaio.

cugnèl s.m.piccolo cuneo, triangolo della calza sul calcagno detto a Cavargna. Vedi calè.

cuntà su v. raccontare.

curlò s.m. spoletta.

curlò del ref s.m. spoletta del filo.

curt agg.corto.

cussìn s.m. cuscino.

D

dëdré avv.di dietro.

dënanz avv. davanti.

déntër avv.dentro.

dësmét v. smettere.

déss avv.adesso.

dirunsel s.m. piatto di Cavargna composto da polenta accompagnata a pen ‘latticello’.

dopi agg. doppio.

drizzò s.m. colino. Vedi sculìn, col.

dsgagiàv scardassare la lana a mano. Il termine è utilizzato nel dialetto di San Bartolomeo mentre a Cavargna si dice spigià.

du agg.due.

F

faséra s.m. fascera. Vedibalz.

fén s.m.fieno.

fer s.m. ferro.

fëvré s.m. febbraio.

ficc s.m. affitto.

fil s.m.filo.

filà v. filare.

filarèl s.m filatoio a pedale.

filera s.f. filatoio a pedale.

filon s.m. dorso della pecora.

s.m. faggio.

fög s.m. fuoco.

föia s.f. foglia.

fòra avv. fuori.

forbesa s.f. forbici.

furbesina s.f. forbicina.

forca s.f. forca.

formagéla s.f. formagella.

formagg s.m. formaggio.

frègg agg. freddo.

fumigà v. affumicare.

fus s.m. fuso.

G

gamba s.f. gamba.

gambalecc s.f. calzettoni di cotone indossate dalle donne sui polpacci.

germarola s.f. frangicagliata. Vedi anche ghitàra, lira, trusalàcc.

ghitàra s.f. chitarra, frangicagliata. Vedi anche germaròla, lira, trusalàcc.

gi v. dire.

gianda s.f. ghiandola.

giascèra s.f. ghiacciaia.

gilè s.m. gilet.

gir s.m. giro.

girà v. girare.

gola s.f. colletto della camicia da uomo.

golf s.m. maglione.

gombed s.m.gomito.

gramola s.f. attrezzo utilizzato nel procedimento di lavorazione della canapa. È una sorta di cavalletto con attaccato una lama di legno che spacca la parte legnosa del lino o della canapa così da separare la parte legnosa da quella fibrosa. Nei pastifici è una grossa lama di metallo che spacca l’impasto.

grima s.f. panna. Vedi tela.

gris agg. grigio.

grop s.m. nodo.

gropà v. annodare.

grupìn s.m.piccolo nodo.

guanc s.m. guanti.

gugia s.f. ago.

gumensel s.m. gomitolo.

gumitol s.m. gomitolo.

I

intorciolà v. avvolgere su se stesso.

invern s.m. inverno.

 

L

lacc s.m. latte.

lana s.f. lana.

latarìa s.f. latteria.

lavà v. lavare.

legn s.m. legno.

lègna s.f. legna

lesna s.f. punteruolo.

ligà v. legare.

linosa s.f. olio di semi di lino.

lira s.f. lira, frangicagliata. Vedi anche germaròla, ghitàra, trusalàcc.

long agg.lungo.

lóra avv. allora, un tempo.

lövà su v. alzarsi.

 

 

M

macëlàr s.m. macellaio.

maieta s.f. maglietta.

maieta de sot s.f. maglia intima.

maistra s.f. preparato coagulante utilizzato per fare la ricotta, ricavato dal siero avanzato con l’aggiunta di frutta acerba o anche di particolari erbe.

mama s.f. mamma.

man s.f. mano.

manega s.f. manica.

mangià v. mangiare.

mantin s.m. pezza di tela, tovagliolo.

marossè s.m. intermediario nella vendita del bestiame.

marron agg. marrone.

mascarpa s.f. ricotta.

mason s.f. stalla costituita da due parti: sotto è adibita al ricovero degli animali e sopra a rifugio per il fieno.

mastèl s.m. mastello.

mastèl d la colóbia s.m. mastello contenente il liquame dovuto al lavaggio delle stoviglie di uso domestico e il siero destinato ai maiali.

mataràz s.m. materasso.

matassa s.f. matassa.

matuscia s.f. torta salata fatta di pane raffermo, formaggio, a volte ortiche o altro tipo di erba, patate avanzate o minestra avanzata, olio e cotta nel fuoco in una teglia di ferro coperta col tést ‘coperchio’.

mazzài s.f. frange.

menarel s.m. asta di legno con due o tre pale incrociate che serve per lavorare la cagliata.

més s.m. mese.

molgg v. mungere.

monc s.m. monti.

moncèc s.m. moncecco, termine con il quale si indicano genericamente gli abitanti della valle Albano

mortè s.m. mortaio.

mudada s.f. stazione.

mulsin agg. morbido.

N

ncartà v. incartare.

ncomenzà v. iniziare.

negher agg. nero.

net agg. pulito.

nëtà gió v. pulire.

nëtà su v. pulire.

nisciola s.f. nocciolo.

nòcc s.f. notte.

nono s.m. nonno.

nós s.m. noce.

nsci avv. così.

nveci avv. invece.

O

odór s.m. odore.

om s.m. uomo.

ongia s.f. unghia.

orlà s.m. orlà s.m. fascia che borda la gonna del sutanìn, lo scamiciato tipico dell’abbigliamento contadino femminile in Valle.

otóvr s.m. ottobre.

ov s.m. uovo.

ov da conscià i calza s.m. uovo di legno utilizzato per il rammendo delle calze.

P

pa s.m. padre.

paligna s.f. spallaccio, bretella.

pan s.m. pane.

panecc del nas s.m. fazzoletti.

panet s.m. foulard.

pascol s.m. pascolo.

pdriö s.m. imbuto.

pécc s.m. mammella.

péceen s.m. pettine.

pëdal s.m. pedale.

pégora s.f. pecora. (detto a San Bartolomeo). Vedi piera.

pëgorón s.m. pecorone.

pëgorón s.m. pecorone.

pél s.m. pelo.

pell s.f. pelle.

pen s.m. primo siero prodotto nella lavorazione del burro, detto latticello.

pënagia s.f.  zangola.

pèrzëg s.m. pesca.

péscia s.f. abete.

pezza s.f. pezzo di tessuto.

piera s.f. pecora. Il termine è del dialetto di Cavargna.

pisé avv. più.

pitost avv. piuttosto.

pódé v. potere.

polènta s.f. polenta;

polènta voncia s.f. polentuncia.

pont s.m. 1. punto; 2. ponte.

porscél s.m. maiale.

portaaqua s.m.bilanciere che si mette sulle spalle e alle cui estremità si portano due secchi d’acqua.

povër agg. povero.

preponta s.f. coperta a trapunta.

pruma avv. prima.

prumavéra s.f. primavera.

pugnata s.f.  pentola.

Q

quagg s.m. caglio.

quagiada s.f. cagliata.

quindes agg.quindici.

R

ram s.m. rame.

raspa s.f. spazzola di ferro.

rebbi s.m. denti della forca.

ref s.m. filo.

rocada s.f.panetto di lana cardata arrotolato su se stesso.

rochèl s.m. rocchetto del filatoio che ha la funzione di fuso.

roda s.f. ruota.

rodarèl s.m. rocchetto del filatoio che ha la funzione di tirar dentro la fibra.

romp v. rompere.

ruchìn s.m. rocca.

S

sachìn s.m. sacchetto.

sambògn s.m. campanaccio.

sant s.m. santo.

savón s.m. sapone.

sbongà v fare il filo, filare.

scafìn s.m. calze da uomo.

scagn s.m. sgabello.

scalèla s.f. telaio che porta il filtro del latte simile a unascaletta a due montanti. È detto scalèla nel dialetto di Cavargna, travàca a S. Bartolomeo.

scargà v. scaricare.

scartasc s.m. scardasso.

scartascià v.scardassare.

scender s.f. cenere.

schéna s.f. schiena.

sciall s.m. scialle.

scigogna s.f. cicogna. Meccanismo di legno o di metallo posto davanti al camino per sorreggere, avvicinare e allontanare le pentole dal fuoco.

sciuma s.f. cima.

scoltà v. ascoltare.

scova s.f. scopa.

sculìn s.m. colino. Vedi col, drizzó.

scuma s.f. schiuma.

sèc agg. secco.

sedèla s.f. secchio zincato. Vedi baldo, zingola.

sègia s.f. secchio di legno.

sémpër avv. sempre.

sëron s.m. siero.

setass gió v. sedersi.

sgrimà v. spannare.

sgrimaròla s.f. spannarola.

slargà v. allargare.

solèta s.f. suola.

songia s.f. sugna.

sosta s.f. porticato. È presente all’alpe.

sot prep.sotto.

spersoi s.m. spersola.

spiegà v. spiegare.

spigià v. scardassare la lana a mano. Il termine è utilizzato nel dialetto di Cavargna mentre a San Bartolomeo si dice dsgagià.

spréla s.f. piccola scopa di saggina usata per pulire le caldaie con acqua e cenere.

spudà v. sputare.

stampin s.m. stampo.

stlà v. spannare.

stomëg s.m. stomaco.

storgg v. torcere.

stram s.m. strame.

strenc agg.stretto.

strëng v. stringere.

strigia s.f. striglia.

subet avv.subito.

sugà v. asciugare.

sutanìn s.m. scamiciato.

svelt agg. veloce.

 

T

tacà v. unire.

tacà su v. appendere.

taiafén s.m. lama tagliafieno, simile a una vanga, utilizzata per il taglio del fieno nel fienile.

tasèll s.m. tassello.

tëgnì v. tenere.

tèla s.f. panna. Vedi grima.

tèra s.f. terra.

tèta s.f. mammelle.

tévd agg.tiepido.

tlàr s.m. telaio.

tovaia s.f. tovaglia.

travàca s.f. telaio che porta il filtro del latte simile a unascaletta a due montanti

trusà v. mescolare.

trusalacc s.m. frangicagliata. Vedi anche germaròla, ghitàra, lira.

tuchëtin s.m. pezzettino

U

umëd agg. umido.

urciga s.f. ortica.

V

vaca s.f. vacca.

vadii s.m. badile.

vardà v. guardare.

vdè v. vedere.

vëdèl s.m. vitello.

venter s.m. ventre.

vestìna s.f. capo intero d’abbigliamento femminile che si indossa sopra il sutanìn.

voncia agg. unta.

Z

zingola s.f. secchio di allumini per lamungitura. Vedi baldo, sedèla.

zangherlin s.m. sancarlino, tipo di ricotta.

zócol s.m. zoccolo.

 

Questo materiale è tratto da:

Parole e cose della Val Cavargna

Giulia Caminada

I vocaboli delle lavorazioni del latte e della lana in Val Cavargna. Ripresa di interviste e azioni su lavorazioni tradizionali della Val Cavargna, con integrazioni diverse relative alla cultura tradizionale, agli usi, ai costumi e agli aspetti linguistici. Una produzione della Provincia di Como – Assessorato Cultura, in collaborazione con il Gruppo Folclorico della Val Cavargna e del Museo della Valle, 2010.

 

 

Posizione

Museo della valle, Via alla Chiesa, 14, 22010 Cavargna CO, Italia

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