FESTIVAL DELLE PROVINCE 2009

Festival Itinerante di Cultura Popolare

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Moto: PER ASPERA AD ASTRA

 

Amerigo Vigliermo mi ha fatto venire in mente mio nonno, un saggio maestro, che mi diceva sempre „Cerca di conoscere il mondo guardando la gente. Guarda e ascolta e non dimenticare mai quello che hai visto e quello che hai sentito, e quando avrai l’occasione prova a raccontarlo….”

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Anche se sono nata in una città, i primi sei anni della mia vita li ho passati in un piccolo paese di montagna, dai miei nonni materni. I ricordi di quegli anni sono i più profondi e i più vivi che io conservi. Mi piace tantissimo ricordarmi la gente e le loro tradizioni, usanze, abitudini: le persone che andavano nei campi con il cavallo, il fabbro nero di fumo, con la sigaretta perennemente all’ angolo della bocca, che batteva dal mattino alla sera il ferro per farne delle zappe, riparare le pentole e stagnarle, la ruota del mulino che gira ancora oggi ma produce sempre meno farina, le donne che tessevano con il tellaio la tela di canapa e d’estate la lavavano insieme nel ruscello cantando e scherzando….

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L’arrotaio che molava i coltelli e le forbici, e girava con il suo caretto con i campanelli nelle strade polverose del paese. Mi piace riccordarmi i matrimoni, occasione di gioia per tutti, o i funerali con le donne chiamate apposta per piangere il morto, le feste invernali o quelle di Pasqua , i balli i canti, i riti… I raduni per spannocchiare la meliga o per torcere, ricamare,

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tessere, accompagnate sempre dai canti fino a che le voci si univano in una sola voce che risuonava come un’ incantesimo nel silenzio della sera.

Mi piace ricordare le greggi con i pastori che scendevano dalle colline suonando il piffero; i mercati di bestiami dove c’era di tutto e dove mio nonno qualche volta mi portava con la carozza.

Mi piace ricordare le vecchiette che toglievano il malocchio, gli ubriaconi che dopo una giornata di lavoro si fermavano all’osteria sino tardi e tornavano a casa alla sera barcollando, cantando o bestemiando, svegliando i cani che abbaiavano a lungo.

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Questo paese esiste ancora e non è l’unico dove fra un matrimonio e un funerale, un battesimo e una commemorazione, il tempo scorre senza una dimensione precisa, e la vita va avanti come ai vecchi tempi. La nuova tecnologia per ora è rimasta lontano e se per caso i figli andati via portano qualche attrezzo moderno, o qualche nuovo utensile per la cucina, che gli anziani esibiscono con orgoglio, anche se poi non li adoperano quasi mai.

Il calzolaio ormai, ha quasi 90 anni, le sue mani storte che hanno fatto o aggiustato migliaia di scarpe non riescono più a lavorare, l’arrotino è morto ed è rimasto il suo buffo carretto, il mulinaio aspetta i clienti che sono sempre più pochi, e il canto delle donne che imbianchiscono la tela di canapa non si sente più. Però quando parli con quelli rimasti di queste cose, ti raccontano come se fossero successe ieri o come se succedessero ancora, perchè quella è stata ed in parte è ancora la loro vita, e sono amareggiati dal fatto che i loro mestieri, le vecchie tradizioni che hanno conservato lungo i secoli come un tesoro vadano disperse anche perchè i loro figli hanno preferito andare nelle città o all’estero alla ricerca di un vita più facile dimenticandosi poco per volta gli usi e i costumi di un’epoca in cui la soliedarità era un principio condiviso ed una streta di mano il miglior contratto legale …

Sono quasi 2000 km la distanza che separa l’Italia dalla Romania ma e stata una cosa stupenda scoprire quanto siamo simili e che la vita fra le montagne sia fondamentalmente uguale con le sue gioie, i suoi dolori e… le sue fatiche sia per il montanaro romeno che per quello italiano.

Mi sono venute le lacrime agli occhi, è stata per me una giornata di ricordi che mi ha riportato per un attimo indietro nel tempo e per questo agli amici di Baio Dora non posso dire che „Grazie per la vostra testimonianza”, vi amiro per la costanza con la quale portate avanti la vostra appassionante attivita e per le emozioni che sapete suscitare in un mondo globalizzato, che purtroppo tende tropo facilmente a dimenticare certi valori…in nome di una pseudo modernità.

 

12 Ottobre 2009, Simona Amaritei - Associazione Bucovina