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FESTIVAL DELLE PROVINCE 2009
Festival Itinerante di Cultura Popolare

AUTUNNO

 

 

Gli insediamenti preistorici in Romania datano dall'Età della Pietra. Nei Carpazi negli scavi tra i fiumi Arges ed Olt, sono stati ritrovati strumenti vecchi di oltre 600.000 anni. In una caverna vicino a Cuciulat, nel N-O della Transilvania, sono stati trovati dipinti di 10.000 a.C. Con il tempo, il popolo primitivo dei Daci fondò la prima civiltà in terra romena.
A partire dal VII sec. a.C. gli antichi greci fondavano colonie commerciali lungo le coste del Mar Nero, ma il primo vero regno e quello dei Daci, un popolo proveniente dalla Tracia. La civilta Dacia raggiunge il massimo sviluppo nel I° sec. a.C., sotto Decebalo, celebrato ancora oggi. Il quale, sconfitto da Traiano nel 106 d.C., si suicida. L'assomiglianza con i romani e tuttora evidente sotto molti aspetti, come il carattere cordiale ed estroverso della gente romena e gli stupendi occhi e capelli scuri delle ragazze romene. Sono tratti miracolosamente sopravissuti a migliaia di anni di invasioni barbariche succedutesi nei secoli bui dopo il ritiro delle legioni romane nel 271 (il millennio delle immigrazioni: slave, germaniche, hune…). La popolazione, ormai romanizzata preservò la lingua e l’identità latina integre in tutti questi secoli, sebbene abbia dovuto subire il dominio ottomano (per 3 secoli), l’influenza prima russa (per oltre un secolo) e poi austro-ungarica…

 

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Calusari

In una civiltà come quella odierna, ipertecnologica, nell'era della globalizzazione mondiale, della migrazione, il ricordo delle proprie origini e delle tradizioni popolari è di primaria importanza per poter mantenere una propria identità . Orali o scritte, le tradizioni sono saperi trasmessi di generazione in generazione. Utili o inutili, non importa, le tradizioni hanno un contenuto affettivo, che può alleviare le pene dell’uomo moderno, “ammalato di complessità”. Per questo la risorgenza delle tradizioni è un fenomeno di dimensioni internazionale, che non si può associare soltanto alla vita rurale ma è un fenomeno più complesso di quanto si possa immaginare. I riti, i costumi, gli usi, per i folkloristi di una volta erano “sopravvivenze” di un mondo andato. Oggi s’intendono piuttosto che la tradizione popolare serve per consolidare dei legami sociali.
Tenuto conto della ricchezza etnografica e delle diversità del folklore romeno, occorre precisare che le tradizioni costituiscono soltanto una parte del “chi siamo” e come gli italiani ci tengono a far vedere chi sono e quanto sono forte le loro radici, anche noi ci teniamo a questa cosa. E’ un obbligo che abbiamo per le generazioni passati e per quelle future di non perderci nel tempo e dimenticare. Il lavoro che la Rete Italiana di Cultura Popolare di Torino svolge e anche un lavoro che la fanno da anni appassionati ricercatori romeni, per questo ci siamo avicinati con tanto interesse al gruppo di volontari nel desiderio di scoprire le tradizioni di un altro popolo e di scoprire quanto sono assomilianti tanti di queste tradizioni con le nostre, che nella loro semplicità venerano quello che l’uomo sia romeno che italiano ha avuto da sempre: la terra, la raccolta, la foresta, , gli animali selvatici o domestici, la vita quotidiana che con le sue gioie o dolori hanno rapresentato il suo universo. Gli spadonari di Giaglione possono essere paragonati ai „irozii”di Bucovina o ai „calusarii”di Oltenia.

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Spadonari

 

4 Ottobre 2009, Simona Amaritei
Associazione Culturale Bucovina