I Riti del Fuoco e il lavoro in Rete

Oltre 50 comuni italiani rappresentati al Convegno

durante La Festa di Sant'Antonio Abate a Novoli (LE)

Focara copia

Il fuoco è uno dei quattro elementi della filosofia greca antica.

La liturgia cattolica del ‘fuoco nuovo’ è celebrata nella notte di Pasqua, secondo alcune leggende il Cristo e alcuni santi ridanno la vita ai corpi passandoli nel fuoco della forgia, vi sono poi le lingue di fuoco della Pentecoste e, ovviamente, i fuochi della notte di S. Giovanni. Ma il simbolo del fuoco, in tutte le sue complesse declinazioni, si sviluppa dall’Occidente fino al Giappone.

Il simbolismo del fuoco, il suo significato culturale e la sua presenza rituale sono fenomeni la cui persistenza, dalle origini ad oggi, non ha pari. Se si dice che l'uomo, come animale simbolico e culturale, è nato col fuoco; se si asserisce che è stata la scoperta e l'addomesticamento del fuoco a immettere nel continuo uguale della natura il discreto e la differenza della cultura, d'altro alto, forse, nessun altro elemento permane altrettanto vitale nelle manifestazioni folkloriche di tutti i tempi fino ai nostri. Certo la sopravvivenza di forme, anche arcaiche, di ritualità si spiega perché essa è fattore indispensabile di identità, ma perché proprio il fuoco? Come si motiva questo tenace perdurare? Sono varie le incarnazioni della sua poliedrica immagine: la rigenerazione, la purificazione, l'origine, la mediazione tra terrestre e celeste, la fecondazione, la divinità, e così via.

In Italia gli innumerevoli riti di purificazione per mezzo del fuoco, generalmente riti di passaggio, sono caratteristici delle culture agrarie: rappresentano gl’incendi dei campi che si preparano al nuovo manto verde della natura viva. 

LA RETE DEI FUOCHI, DA NOVOLI AL MEDITERRANEO

Sabato 18 gennaio alle 18 presso il Salone dell'Agroalimentare Cupagri in Piazza Tito Schipa a Novoli, in provincia di Lecce, si terrà l'incontro dal titolo "Fuochi di gioia: costruire una Rete, da Novoli ai Fuochi del Mediterraneo". 

Il Comune di Novoli diventa socio ordinario della Rete, portando con sè il proprio patrimonio ma anche un'idea di sistema culturale, turistico e di ricerca connesso alle ritualità dei fuochi in Italia, ma anche nel bacino euromediterraneo, grazie all'attività di ARIANNA, la Rete Euro Mediterranea per la Cultura Popolare.

L'incontro, dopo i lavori degli ultimi due anni, farà nascere un protocollo d'intesa su questi temi, la cui ricaduta progettuale coinvolgerà più di cinquanta comuni. A Novoli spetterà il compito di tenere le fila delle attività, all'interno di progettualità e relazioni condivise.

Alla tavola rotonda, introdotta dal Testimone della Cultura Popolare Antonio Curto e condotta da Antonio Damasco, parteciperanno rappresentanti delle istituzioni e ricercatori, tra cui Francesc Fabregat, Direttore dell'Istituto di Cultura Popolare e Josep Y Garcia Fornes, Direttore del Museu Etnologic, entrambi della Municipalità di Barcellona che, insieme a Josep Maria Costa, della Federacion dels Tres Tombs de Sant'Antoni, presenteranno la festa mallorchina di San Antonio en Barcelona, organizzata da più di 25 anni in collaborazione con musicisti ed esperti della popolazione di Sa Pobla (Maiorca) nel quartiere di Gracia a Barcellona.

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LA FÒCARA DI NOVOLI, PATRIMONIO CULTURALE IN RETE

La storia della Comunità novolese è fortemente caratterizzata dai riti della sua festa più grande legata al culto di Sant'Antonio Abate e la "fòcara", Patrimonio Culturale in Rete, che inizia il 7 dicembre e finisce il 18 gennaio.

Un appuntamento tipico delle tradizioni locali dell'inverno salentino, intriso di folklore e religiosità popolare, che si articola in molteplici iniziative, tra le quali la più suggestiva e maggiormente partecipata è certamente quella relativa al rito pagano dell'accensione di un grande falò, "la fòcara".

Bisogna aspettare la potatura delle vigne per recuperare il materiale necessario alla costruzione della fòcara; le fascine, legate nei campi, vengono trasportate nel grande piazzale alla periferia del paese dove saranno sapientemente accatastate una per una fino a costituire una pira di circa venti metri di diametro per circa venticinque di altezza: l’operazione dura oltre un mese e coinvolge alcune decine di operatori volontari. La forma che si ottiene  conica,  una sorta di torta a più strati concentrici, un cono con un oblò in alto. Sono necessarie lunghe scale e catene di uomini su di esse per trasferire le fascine in alto, ed è indispensabile che la struttura cresca in modo simmetrico, perché deve resistere al proprio peso e alle intemperie. Nel pomeriggio della vigilia, dopo la messa, si svolge per le vie del paese la imponente processione con la statua del santo e la sera avrà luogo la spettacolare accensione attraverso l’esplosione di numerose batterie pirotecniche che si arrampicano lungo i crinali del falò fino in cima.

La fòcara arde come un enorme cero fino a consumarsi, per tutta la notte e il giorno dopo, e accompagna, fino a tardi, l’esecuzione di concerti, mentre negli spazi attigui i visitatori si muovono tra le proposte dell fiera.

L’altro centro della festa è il santuario del santo, che accoglie un costante afflusso di devoti e pellegrini. Il giorno seguente, nel primo pomeriggio, vi si svolge, nella piazza antistante, la cerimonia della benedizione degli animali: sant’Antonio, infatti, che nell’iconografia è accompagnato da un maiale, è il protettore degli animali domestici.

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