Fausto Amodei

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TESTIMONE DELLA CULTURA POPOLARE 2015

 

Nome: Fausto

Cognome: AMODEI

Data di nascita:  1934

Luogo di nascita: Torino

Professione: Cantautore

Tipo di scuola media superiore: Liceo Alfieri di Torino

Università e corso di laurea: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI Torino, corso di Laurea in Architettura 

Inizia a studiare la fisarmonica da giovanissimo, passando poi al pianoforte e, infine, alla chitarra. Inizia la sua attività politica nel movimento laico di sinistra Unità Popolare, fondato da Ferruccio Parri; nel 1966 diverrà anche deputato del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.

Il nome di Fausto Amodei è legato indissolubilmente a quello del gruppo dei Cantacronache, da lui fondato a Torino nel 1958 assieme a Michele Straniero, Giorgio De Maria, Margot, Emilio Jona, Sergio Liberovici, ed al quale contribuirono e collaborarono anche letterati e poeti del calibro di Italo Calvino e Franco Fortini: il loro intento era quello di scrivere canzoni che si staccassero dagli standard dell'epoca, basati su melodie facili e testi d'amore, trattando anche tematiche politiche o d'attualità: è così che Amodei compose canzoni quali Il tarlo, feroce critica dell'economia capitalistica, La zolfara, cronaca di un incidente in miniera scritta insieme da Amodei e Straniero portata al successo da Ornella Vanoni nel 1961 o ancora Qualcosa da aspettare, riproposta poi nel 1964 da Enzo Jannacci.

Tra le sue caratteristiche, che lo distinguono dagli altri membri del gruppo, l'uso dell'ironia e della satira, mediati da Georges Brassens: infatti sul finire degli anni '50, Amodei scopre il repertorio del grande cantautore francese, che in seguito ispirerà la prima produzione di Fabrizio De André. Nel 1960, in occasione dei moti popolari contro il governo di Fernando Tambroni che coinvolsero molte città italiane con scontri sanguinosi, morti e feriti, scrive la sua canzone più famosa, Per i morti di Reggio Emilia, ancora conosciutissima ed eseguita in occasione di manifestazioni operaie e studentesche. La canzone è stata anche interpretata e registrata da Maria Carta, Milva, dagli Stormy Six e dai Modena City Ramblers.

La marcia della pace, viene incisa nel 1966 da Maria Monti, nell'album Le canzoni del no,   viene sequestrato in tutta Italia proprio a causa di questa canzone (scritta da Amodei in collaborazione con Franco Fortini), i cui versi "E se la patria chiama, lasciatela chiamare" vengono giudicati come sovversivi, in quanto invito all'obiezione di coscienza.

Nel 1972 incide l'album Se non li conoscete: la canzone omonima è una feroce satira sul Movimento Sociale Italiano.  Nel 1974 incide l'album L'ultima crociata, la cui prima facciata è interamente dedicata al referendum sul divorzio. Sarà la sua ultima incisione per oltre trent'anni.

Collabora anche al Nuovo Canzoniere Italiano di Ivan Della Mea e Giovanna Marini . Dalla collaborazione con il gruppo bolognese Canzoniere delle Lame nasce il disco Il prezzo del mondo.

Nel 1975 riceve il Premio Tenco; l'anno successivo compone una cantata per sei strumenti e quattro voci intitolata Il Partito, ispirata alle memorie politiche di Camilla Ravera. Nel 1983 collabora con Raffaella De Vita per lo spettacolo antimilitarista ‘’Gli allegri macellai’’.

Alla fine del 2005  fa uscire un nuovo album, intitolato con ironia Per fortuna c'è il cavaliere, ed in cui riprende i concerti. Più volte, in interviste e in libri, Francesco Guccini ha citato Amodei tra i cantautori che lo hanno influenzato di più.  

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33 GIRI

78 giri

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